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lunedì 5 novembre 2007

La mostra-patacca di Firenze: "Vade retro" ma si fa per dire...

Folla di visitatori alla mostra-choc: "Lo scandalo dov´è?". Alla Palazzina Reale già 1.500 presenze a pochi giorni dall´apertura. Nessuna indignazione, anzi: Miss Kitty furoreggia. C´è gente che è arrivata da Bergamo "Suor Letizia l´ha vietata a Milano..."

(Simona Poli, La Repubblica, edizione di Firenze) «Scandaloso? Non mi sembra proprio. Anzi, è il caso di dire tanto rumore per nulla. Se penso che siamo dovuti venire qui da Bergamo per vedere la mostra di Sgarbi che suor Letizia a Milano ha vietato...». Sta comprando il catalogo della mostra Julio, un mediatore museale argentino che al Gamec, la galleria d´arte moderna e contemporanea di Bergamo, guida i gruppi dei visitatori lungo l´itinerario delle opere esposte. A Firenze è venuto con un amico, incuriosito quanto lui dal putiferio sollevato da "Vade retro" e, come tutti dentro alla Palazzina Reale di piazza Stazione, attirato in particolare dal busto di "Miss Kitty" di Paolo Schmidlin, quello per la sua impressionante rassomiglianza con papa Benedetto XVI rappresenta di per sé una provocazione. Cercarla con lo sguardo è inutile, "Miss Kitty" è nascosta in un camerino velato da una tenda bianca, per trovarla basta seguire la scia dei visitatori. Alzato il sipario eccola lì, un mezzobusto policromo che invita e allo stesso tempo respinge lo sguardo ricambiandolo con occhi lascivi e privi di pietà. «Seguo questo autore da tempo», racconta ancora Julio, «e trovo bellissima la sua opera. Ispirarsi a personaggi famosi è un suo costume ma lui non dichiara mai esplicitamente di averli utilizzati come modelli, lasciando alle nostre menti la libertà di associarli a persone reali. Un gioco psicologico che non è stato capito, da quello che ho letto sui giornali sembrava che tutta la mostra omosex ruotasse intorno a quella statua, in realtà ci sono un sacco di cose interessanti».

Gli organizzatori, nonostante lo scambio di insulti con strascico di reciproche querele tra Vittorio Sgarbi e l´assessore di Firenze Giovanni Gozzini, sembrano abbastanza soddisfatti di come stanno andando le cose: «In otto giorni abbiamo staccato 1500 biglietti, un buon risultato. E poi la mostra resta su fino al 6 gennaio, il passaparola è soltanto all´inizio». La collocazione probabilmente non aiuta un gran che, piazza Stazione è un luogo di passaggio per i turisti che hanno fretta di approdare in centro, di raggiungere Duomo e Uffizi. «Una mostra così ricca di opere contemporanee e di installazioni video meritava degli spazi diversi», osserva Andrea, di Brescia. «Si capisce benissimo che "Vade retro" è stata buttata nel primo contenitore disponibile, in fondo non ci credeva troppo nessuno che potesse funzionare in Italia una cosa in cui si mette al centro dell´attenzione la sessualità dei gay. E invece, accanto a qualche esibizione di dubbio gusto, ci sono molte opere interessanti». Il catalogo è un po´ caro, 33 euro, e forse per questo non sta andando a ruba. In compenso i gadget si vendono, a cominciare dalla maglietta e il grembiulone da cucina. Portarsi a casa un ricordino, in fondo, è un po´ come dire "alla mostra più chiacchierata dell´anno, io, c´ero".

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