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lunedì 5 novembre 2007

A scuola il video hard della fidanzata.

Il filmato girato durante una gita circolava in un liceo del Palermitano. La ragazza è stata informata da un´amica. Sedicenne in comunità dopo la denuncia del padre della compagna.

(Salvo Palazzolo - La Repubblica, edizione di Palermo) La ragazza pensava di essere innamorata, si fidava. Lui, invece, continuava a riprendere con il videotelefonino le effusioni che si scambiavano, per poi mostrarle agli amici: il giorno che andarono a una scampagnata in comitiva, immortalò addirittura la loro prima volta. E quel video lo mostrò non solo ai compagni di classe, ma decise pure di inviarlo per mms ad amici e conoscenti. Per vantarsi. Fino a quando nella cittadina della provincia dove abitano i protagonisti di questa storia, appena sedicenni, tutti hanno saputo. Anche il padre della ragazza, che ha subito presentato una denuncia alla procura per i minorenni. Per l´autore del videoclip è scattata un´indagine, e nei giorni scorsi anche un provvedimento del gip Maria Borsellino, sollecitato dal sostituto procuratore Caterina Bartolozzi, che ordina alla polizia di trasferire il ragazzo in comunità.
Il video era ancora nella memoria del telefonino, con tutta la sequenza di contatti a cui era stato inviato, anche di recente. I poliziotti della sezione di polizia giudiziaria della procura l´hanno già sequestrato e consegnato alla magistratura. È l´atto d´accusa nei confronti del sedicenne, che nei prossimi giorni sarà interrogato dal giudice delle indagini preliminari. È accusato del reato di divulgazione tramite telefono cellulare di immagini pedopornografiche.
La sua ormai ex fidanzata ha già parlato con i magistrati. Sostenuta da uno psicologo, ha raccontato tutto ciò che fino a quel momento aveva voluto sempre rimuovere. Il sospetto che quel ragazzo, quel compagno di scuola, tradisse la sua fiducia. «Mi ero subito accorta del telefonino rivolto verso di me - racconta - ma lui mi aveva assicurato che l´aveva preso soltanto per spegnerlo». Non era così. Quel telefonino aveva già ripreso diversi momenti di intimità.
La vicenda risale a maggio, ma solo dopo l´estate la ragazza si è accorta di quanto era accaduto. Nel liceo che frequenta, sorrisini e battute equivoche continuavano a chiamarla in causa. Alcune delle sue amiche più care già sapevano, ma non avevano il coraggio di dire nulla. Poi, una si è fatta avanti. E da allora, la vittima ha capito che quel compagno di scuola l´aveva solo presa in giro.
Dopo la denuncia alla procura per i minorenni, le indagini sono andate avanti con molta discrezione. I poliziotti hanno acquisito tabulati e tracce telefoniche. Poi, hanno cercato di acquisire quante più notizie su quel sedicenne con la passione per i telefonini. È emerso il ritratto di un ragazzo come tanti in un liceo del Palermitano. È la normalità dei protagonisti di questa storia che ha colpito gli inquirenti del complesso "Malaspina". In realtà, sempre più di frequente sono ragazzi «normali» a diventare protagonisti di qualche indagine. E il videotelefonino continua ad essere l´oggetto più ricorrente di abusi e molestie. Qualche tempo fa, durante una conferenza stampa, il procuratore Maria Teresa Ambrosini aveva lanciato un appello ai genitori: «Inutile demonizzare gli strumenti offerti dalla tecnologia, è necessario educare i nostri ragazzi a un uso corretto di telefoni e computer». A scuola, è già cambiato l´atteggiamento di presidi e insegnanti: «Durante le ore di lezione, cellulari spenti», è la parola d´ordine. Eppure, su "YouTube", il portale dei video fai-da-te, continuano ad essere immesse immagini che hanno sempre lo stesso palcoscenico: la scuola.

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