Il governo indietreggia e "chiarisce" il senso del disegno di legge, ma il danno è fatto.
(Attivissimo.blogspot.com) Ecco qualche link in più sul contestatissimo disegno di legge sull'editoria di cui ho già raccontato.
Secondo l'ANSA, Beppe Grillo è insorto, minacciando di rifugiarsi "armi, bagagli e server in uno Stato democratico". Il padre del DDL, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Ricardo Franco Levi, ha risposto che spetta all'Autorità Garante per le Comunicazioni "il compito di vigilare sul mercato e di stabilire i criteri per individuare i soggetti e le imprese tenuti ad iscriversi al Registro degli Operatori".
Vari politici prendono le distanze dal DDL, compresi i ministri Di Pietro e Gentiloni che pure l'hanno approvata. Di Pietro dice che il DDL "non è stato discusso nel Consiglio dei Ministri del 12 ottobre perchè presentato come provvedimento di normale routine. Ho letto il testo oggi per la prima volta."
Approvata senza leggerla? Fantastico, adesso siamo tutti più tranquilli. Specialmente se consideriamo che un eventuale obbligo di iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione "non implica solo carte da bollo e burocrazia" ma "rischia soprattutto di aumentare le responsabilità penali per chi ha un sito", secondo l'avvocato Sabrina Peron citato da Repubblica. Infatti il problema non è il costo della trafila burocratica (Macchianera sottolinea che "costa zero! niente bolli, né versamenti"), ma le conseguenze legali in caso di post o persino commenti ritenuti diffamatori.
Non si sa, insomma, se davvero i blogger dovranno farsi schedare. Non si sa neanche se il disegno di legge è frutto di malizia o di semplice incompetenza: Veronica Ciarumbello, su Zeus News, ricorda che "non siamo nuovi a leggi poco chiare quali la norma per il deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico, che ha richiesto un'espressa rettifica per esentare dall'invio delle cosiddette copie d'obbligo (cartacee) l'intera internet ospitata su italici server."
Quello che si sa è che chi fa le leggi non sa quello che scrive, e chi le approva non le legge, e ci vuole la mobilitazione dei media generalisti per far fare ai governanti il proprio dovere (per il quale, se non erro, percepiscono una paghetta di qualche genere).
Una splendida sintesi di Guido Scorza su Punto Informatico, dove trovate anche i commenti di Massimo Mantellini, Manlio Cammarata e Luca Spinelli: "il DDL sull'Editoria, francamente, non riesce a farmi paura mentre mi fanno tanta paura i nostri Governanti tanto lontani dalle cose della Rete", scrive Scorza.
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