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lunedì 22 ottobre 2007

In risposta alla lettera di Felix Cossolo contro l'Expo a Milano.

Quando vogliono i gay sanno essere sorprendenti.
E Felix Cossolo con la sua lettera contro l'Expo a Milano non solo risulta essere sorprendente ma dimostra quanta piccineria ci sia in quelli che continuano a strombazzarsi padri del "Movimento Lgbt" italiano.

Una lettera che da la dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, di quanta ottusità alberghi nella testa non solo dei "padri fondatori" ma ad esempio, anche in quella dei dirigenti dell'Arcigay e di tutta quella corona del rosario che gli gira attorno (Gay.It, Gay.tv, GayLib, GayLeft, Facciamo breccia, ecc.).
L'Arcigay ancora una volta dimostra di essere un gigante con una testolina piccola e rinsecchita. Incapace di fare ragionamenti politici e culturali non solo ampi ed alti ma anche piccoli, conservando, restando legata alle tradizioni.

Ma torniamo alla lettera di Cossolo pubblicata da Gay.tv e prontamente rilanciata dall'Arcigay e da GayNews suo organo di propaganda.
Expo a Milano? Bene, perbacco, è dagli inizi del '9'00 che non se ne tiene una in Italia (quella del '42, non si tenne causa la seconda guerra mondiale e il fascismo spese decine di milioni dell'epoca per costruire il quartiere fieristico, l'Eur) vediamo come fiondarci dentro, approfittarne per avere una straordinaria visibilità.

La Moratti non ci vuole, meglio... giorni e giorni sui giornali polemizzando con un centrodestra ancora una volta discriminatorio e ottuso che ci rifiuta non solo i diritti come omosessuali ma anche il diritto di essere cittadini omosessuali che vogliono partecipare alla costruzione ed all'organizzazione di un evento così importante non solo per Milano ma per l'Italia intera. Cosa fare? Si vedrà, c'è tempo. Si coinvolgeranno, ovviamente gli organismi Glbt internazionali, grazie alla presenza di Gottardi, si potrebbero pensare mostre (possibilmente non ideate da Sgarbi o la solita paccottiglia fatta da chiappe o foto "glamour" di nudi palestrati), spettacoli (non le solite Rettore, Ivan Cattaneo e compagnia cantante...), è ovvio che il livello dovrà essere alto, talmente alto che i nomi di chi potrebbe formare un comitato organizzatore, stentano a venirmi in mente.

Penso solo a Pasquale Quaranta che un paio di anni fa con il suo Pride culturale salernitano dimostrò che esistono alternative al rutilante circo colorato dei Pride/sfilata tradizionali. E poi vi rendete conto di quanti miliardi (già miliardi) di euro gireranno attorno a questo evento tra finanziamenti pubblici e privati. E secondo voi non salterebbe fuori qualche milioncino da destinare alla "Lobby gay" italiana. Peccato che nei fatti non esista.

Ma eppoi... e se la Moratti invece raccogliesse favorevolmente un'iniziativa da parte dei gay, (Donna Letizia per l'Expo ha bisogno di tutti, ma proprio tutti) che scenari si aprirebbero?

Non lo sapremo mai, è più comodo criticare e fare chiacchere da portineria piuttosto che crescere. E poi, siamo ancora in tempo a metterci piede?
E a Milano, l'Arcigay che dice? Tace of course.

Federico Salviati.
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Ps. E se Milano ottenesse il suo Expo, non si salti sul carrozzone dei vincitori candidando nel 2014 Milano sede del Pride internazionale... sarebbe talmente scontato da risultare alla fine nauseante.

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