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martedì 19 agosto 2008

Roma, scritte omofobe a San Giovanni. In tanti nel quartiere a cancellarle.

Ieri mattina si sono messi in tanti, tra residenti e commercianti, a cancellare quelle scritte nere con spugnette abrasive e acido.

(Beatrice Picchi - Il Messaggero) Si è affacciata al balcone e le ha viste: quelle scritte lasciate con il pennarello nero sulle panchine - gay nei forni subito, via i froci dal quartiere - erano più che un’offesa, riaprivano delle ferite, delle umiliazioni. La signora ha fotografato gli insulti e ha portato quelle immagini ai proprietari del locale proprio sotto casa, una coppia gay che gestisce la gelateria nell’ormai nota e affollata via San Giovanni in Laterano-gay street. «Non capiamo chi e cosa possa aver spinto a scrivere quegli insulti - dicono i gestori - abbiamo ottimi rapporti con i residenti, siamo qui da anni ormai e mai era successa una cosa simile». Secondo le prime ricostruzionie le scritte potrebbero essere state fatte nel finesettimana di Ferragosto.

E già ieri mattina si sono messi in tanti, tra residenti e commercianti, a cancellare quelle scritte nere con spugnette abrasive e acido. Una pulizia che riporta alla mente battaglie che Arcigay e altre storiche associazioni portano avanti da anni, battaglie contro pregiudizi e cattiverie, che possono cominciare anche creando una strada e facendola diventare negli ultimi sette anni un punto di riferimento per la comunità gay e lesbica di tutta la città, ma anche di quella straniera. Ogni sera la strada si anima, la gente si diverte, ci sono tre locali, una pizzeria, la gelateria, nemmeno duecento metri all’ombra del Colosseo dove la notte è più bello così stare insieme.

«Noi siamo una coppia gay - raccontano i giovani proprietari di Icecreamsbears - e ci rivolgiamo prevalentemente ad un pubblico gay è vero, ma abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con i residenti, queste scritte sono un chiaro attacco alla nostra attività, e speriamo che le istituzioni ci sostengano attuando un cambiamenti culturali nel quartiere, tramite eventi nella strada, in modo da evitare altri spiacevoli episodi come l'incendio del Coming Out o le aggressioni».

Per il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo, queste scritte «indicano come la strumentalizzazione politica della strada alimenti l'odio verso lesbiche, gay e trans, che non proviene dai residenti, che si sono anche espressi in modo favorevole alla pedonalizzazione della via». Già, la pedonalizzazione, anche questa è stata una delle tante battaglie delle associazioni, momentaneamente sospesa, «è vero che il presidente del primo municipio, Corsetti, ci ha dato il suo no alla pedonalizzazione di quei pochi metri di via San Giovanni in Laterano, ma noi ci riproveremo direttamente con il Campidoglio», assicura Marrazzo certo che chiudere la strada al traffico delle auto comporta solo vantaggi, anche ai residenti. Come un programma di serate culturali sotto le stelle, mostre o incontri che contribuirebbero anche ad aumentare il dialogo con la città e contrastare l’omofobia. Perché si può cominciare anche da una strada per cambiare

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