Ma ad oggi la produzione mondiale di gas e anidride carbonica non solo non è diminuita, ma è addirittura cresciuta in misura esponenziale. In Europa si producono ogni anno piu’ di 35 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (CO2), di cui quattro provengono da camini, ciminiere, autoveicoli. Nel 2050, in assenza di contromisure, le attuali emissioni raddoppieranno.
Il quarto rapporto sui cambiamenti climatici del’IPCC presentato a novembre a Valencia, quello sulla base del quale si discute a Bali per formulare il dopo-Kyoto, si concludeva con una frase che lascia poco all’immaginazione. “Le scelte in merito ad ampiezza e tempistica degli interventi di mitigazione dei gas serra implicano di mettere sulla bilancia i costi economici di più rapide riduzioni delle emissioni ora, contro i corrispondenti rischi climatici a medio e lungo termine derivati da interventi tardivi”.
Ora si punta al Kyoto 2, ma trovare l’accordo nel summit in corso a Bali non sarà facile: non tutti i Paesi sono disposti, o sono nelle condizioni, di sostenerne il peso economico di scelte ambientali. Tra questi Brasile, India e Cina, che sono fra i maggiori produttori mondiali di gas serra.
E mentre la conferenza si avvia alla conclusione, online si moltiplicano le iniziative di informazione e partecipazione sul tema dei cambiamenti climatici. La rivista scientifica Nature, per esempio, ospita nel suo quartier generale all’interno di Second Life, che non poteva che chiamarsi Second Nature, una serie di conferenze con ospiti illustri. L’ultima è prevista giovedì 13 dicembre, alle 18 ora italiana: a parlare sarà George Monbiot, giornalista del Guardian e autore del libro Calore!
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