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mercoledì 28 novembre 2007

Poteva inquinare le prove. All’origine della misura cautelare di don Baresi ci sarebbe il rischio d’iinquinamento delle prove evidenziato dal pm.

L'inchiesta. Arrestato don Marco Baresi, al vertice dell'istituto di Mompiano.

Mai una voce su di lui. All’interno della Diocesi era stimato da tutti, tanto che da dieci anni era al vertice del Seminario diocesano. Proprio lì, invece, all’alba di ieri, sono scattate le manette per don Marco Baresi, 38 anni, laurea in lettere e in teologia, vicedirettore dell’istituto di Mompiano. Per lui è scattata una delle accuse più infamanti: violenza sessuale aggravata su un minorenne e detenzione di materiale pedopornografico.

Ad eseguire l’arresto, chiesto dal pm Marcon e firmato dal gip Milesi, gli uomini della Squadra Mobile. Don Marco li ha seguiti in silenzio - portandosi dietro solo qualche vestito e un breviario - prima in Questura e poi in carcere a Canton Mombello, dove è stato sistemato in isolamento. Una carriera interrotta, la sua. È accusato di aver abusato sessualmente di un adolescente di 14 anni che anni fa frequentava il seminario. E che tempo dopo si è sfogato con uno psicologo che poi ha fatto partire la denuncia, finita sul tavolo del pubblico ministero Marcon. Don Marco Baresi così è finito nel ciclone della giustizia che da quel momento lo ha tenuto sotto controllo minuto per minuto.

La stretta nelle indagini è avvenuta proprio nei giorni scorsi quando dalla stanza riservata al sacerdote gli investigatori hanno trovato in un pc materiale pedopornografico con immagini di bambini intenti in amplessi con adulti, scaricati da internet. La Curia, ieri, ha comunque fatto quadrato per difenderlo. «Dobbiamo prima capire bene quanto riporta l’ordinanza di custodia cautelare prima di sbilanciarci in comunicazioni ufficiali», ripetevano in Diocesi. Così la prima nota scritta, soppesata parola per parola e avallata dal vescovo Luciano Monari, è arrivata solo nel tardo pomeriggio.

«La notizia che abbiamo appreso – c’era scritto - ci addolora profondamente. Don Marco Baresi è un sacerdote conosciuto e stimato da moltissime persone.
Gli incarichi che gli sono stati affidati sono espressione e riconoscimento di una stima diffusa e avvalorata. Il grave tenore delle accuse deve essere attentamente valutato». È per questo che dal palazzo episcopale si è tenuto «a manifestare la vicinanza a don Baresi, alla sua famiglia, al Seminario e a tutte le persone coinvolte».

Nel passato capitò un fatto analogo: l’allora vicedirettore del Seminario, don Luigi, venne indagato sempre con l’accusa di pedofilia. Dopodiché per lui scattò il trasferimento nella parrocchia di Ome. Altri momenti di imbarazzo.

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