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venerdì 9 novembre 2007

La Treccani più aggiornata dei lacchè del Vaticano.

Alla voce "Matrimonio": scontro tra maggioranza e opposizione.
Nella Treccani esordio delle unioni di fatto.
Bertolini (Fi): «Strumenti di propaganda». Gagliardi (Rc): «L'enciclopedia fa il suo dovere: registra la realtà».

(Il Corriere della Sera) Le unioni di fatto fanno il loro esordio nella Grande Enciclopedia Treccani che le considera parte del riconoscimento dei diritti democratici di equità sociale. E le include alla voce "matrimonio" curata da Alessandra De Rose per la VII appendice pubblicata da qualche giorno e diretta da Tullio Gregory. Scatenando inevitabilmente accese polemiche tra sostenitori e oppositori delle unioni civili. Isabella Bertolini, vicepresidente dei Deputati di Forza Italia attacca la Treccani accusandola di «scendere in campo e diventare strumento di propaganda a favore delle unioni di fatto». «Il laicismo ed il relativismo, purtroppo già ben rappresentato dall'attuale maggioranza al Governo, arruola tra i propri adepti anche l'enciclopedia italiana più prestigiosa» sottolinea la Bertolini. Dura la replica della senatrice di Rifondazione Rina Gagliardi: «La vicepresidente dei deputati di Forza Italia Bertolini cade dal pero perchè l'Enciclopedia italiana alla voce matrimonio inserisce anche le unioni di fatto e subito denuncia il complotto pedagogico di stampo comunista - dichiara Gagliardi -. Non che mi illuda sul suo livello di alfabetizzazione, ma mi sembra che Bertolini esageri in rustica ingenuità». Per la senatrice di Rifondazione «le coppie di fatto sono realtà anche se l'arretratezza culturale dei conservatori di questo paese e la cieca fedeltà al papa dei teodem ha finora impedito una legge che ne riconosca i diritti. Ci mancherebbe che per far piacere alle gerarchie ecclesiastiche e ai clerico conservatori italiani l'Enciclopedia restasse ferma al medioevo...».

POLEMICHE - Rosalba Cesini, parlamentare del Pdci alla Camera dei Deputati, invita «ad acquistare la nuova enciclopedia Treccani che, fotografando semplicemente quella che è la realtà delle coppie di fatto in Italia, ha dato un contributo di verità su un tema attualissimo e su cui è impossibile far finta di nulla». Ma dall'opposizione arrivano commenti di tutt'altro genere. Per Luca Volontè, capogruppo Udc alla Camera, «la scelta è fuori luogo, non rispecchia la realtà sociale italiana e non tiene conto della chiarissima differenza sul piano giuridico e lessicale fra i due termini». E Maurizio Lupi di Forza Italia aggiunge: «La genuflessione al potere laicista dominante è stata spesso un suo punto debole», dice ricordando che allo stesso Mussolini fu affidata la voce "fascismo". Getta acqua sul fuoco Paola Balducci, responsabile Giustizia dei Verdi. «Mi pare che l'Istituto abbia usato molta cautela, ma ciò non è bastato, evidentemente, per sottrarre anche la cultura alla strumentalizzazione politica».

RICONOSCIMENTO GIURIDICO... - Ma ecco cosa c'è scritto sulla Grande Enciclopedia Treccani: «Se appare lontana e forse, considerate le condizioni sociali e culturali, neanche opportuna l'introduzione di istituti "sconvolgenti" come il matrimonio tra gay - si legge -, sembra invece più vicina la prospettiva del riconoscimento giuridico e della tutela per due persone che scelgono di condividere una parte importante della loro vita senza sposarsi. Senza intaccare in alcun modo l'istituto del matrimonio e riconoscendo il principio del favor matrimonii, la concessione dei diritti quali l'assistenza reciproca e libera anche nelle strutture pubbliche in caso di malattia, le possibilità di ereditare reciprocamente anche senza testamento e ricevere la pensione di reversibilità, la tutela in caso di separazione, il godimento di tutti i diritti e le agevolazioni previste per le coppie eterosessuali e sposate, non risponde soltanto alle richieste di un minoritario, sia pure in espansione, gruppo selezionato di cittadini, ma piuttosto all'esigenza di garantire anche in tale materia, in uno Stato laico e democratico, i basilari principi di equità sociale».

CARENZA NORMATIVA - Nel volume di aggiornamento si sottolinea inoltre come solo pochi Paesi, tra cui l'Italia, siano ancora indietro nel cammino di riconoscimento pubblico della famiglia di fatto e la sua equiparazione giuridica alla famiglia di diritto, ossia fondata sul matrimonio. «In Italia sottolinea l'Enciclopedia Treccani, sebbene il dibattito sia molto acceso, manca ancora una normativa sistematica della materia e la regolamentazione delle famiglie di fatto e dei diritti-doveri dei suoi componenti appare ancora lacunosa e ambigua».

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