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venerdì 9 novembre 2007

Omicidio di Crotone: Antonio Saracino, la dignità di un uomo.

(Massimiliano Riverso - Calabria indipendente) Quanto fango, quanto sterco è stato scagliato contro la figura umana, contro la dignità, contro l’onore di Antonio Saracino, ingegnere civile trentaduenne di Crotone, tragicamente scomparso la notte di venerdì 26 settembre in una campagna sperduta di Dipingano(CS), per mano di un destino avverso e di una irrazionale logica umana, ormai diffusa in ogni angolo dell’emisfero terrestre.

La prima relazione della medicina legale guidata da Arcangelo Fonti, consulente della procura che ha eseguito l’autopsia sul cadavere di Antonio Saracino, ha escluso in maniera perentoria l’eventualità che il “povero Antonio” abbia avuto rapporti sessuali con i suoi assassini.

Natoli e Pastorello responsabili in maniera diretta del tragico evento, dopo aver recitato il mea culpa alle forze dell’ordine in occasione del repentino arresto, descrivono una scena del crimine surreale dove da freddi omicidi si trasformano magicamente in vittime sacrificali, manipolando mediante l’ingannevole strumento della parola l’ordine dei fatti e uccidendo definitivamente l’onestà umana.

I due assassini rei confessi dal giorno della cattura ripetono che l’aggressione mortale è iniziata a scopo difensivo. Natoli, che ha raccontato di essere uscito dalla macchina per lasciare soli Saracino e Pastorello, avrebbe visto il suo amico William in difficoltà, sopraffatto da Saracino.
Per difenderlo aveva afferrato una pietra e colpito più volte alla testa l’ingegnere.
Poi il resto è storia nota. Ma potrebbe essere un’altra la verità?

L’illogicità della tragedia si estrinseca nelle dichiarazioni degli imputati, padri putatori dell’efferato delitto per un misero “pugno di dollari”, per un irrisorio deposito contenuto nel popolare “Banco Posta”, simboli di un degrado che si espande a macchio d’olio nei sottoborghi cittadini.

Estirpare la vita un uomo dalle viscere di un mondo ormai alla deriva è divenuta una quotidianità diffusa nella società moderna, che perde giorno dopo giorno il senso della realtà ripudiando il valore della vita.

Ancor più degno di nota è il ripudiante atteggiamento della classe giornalistica alla perenne ricerca dello scoop che monta i casi a mo d’arte, ripudiante è la costruzione degli eventi senza prove e dati di fatto certi, invogliando i dementi lettori a soap opera di basso stampo.

La lista dei romanzieri nostrani è lunga, interminabili e continuerà a proliferare nel modo dei mass media. In tale deformazione mediatica rientrano i portali “gay friendly” che hanno innalzato l’integrità di Antonio Saracino ad icona gay del nuovo millennio, in paladino della causa omosessuale e martire delle violenza contro i presunti diversi.

L’archivio degli articoli dedicati al delitto di Dipingano risulta cospicuo con apposta matrice gay friendly, alterando la dignità ed il valore dell’uomo Antonio Saracino.

Alle porte del secondo millennio, in un mondo dove le discrepanze create dalle tendenze sessuali, dal colore della pelle, dalle contrastanti religioni dovrebbero estinguersi, sono proprio gli attivisti dei vari movimenti a creare contrasti interrazziali, guerre di cultura e atteggiamenti omofobi ad opera degli uomini privi di personalità e di intelletto.

“Il tema sicurezza sta divenendo progressivamente una priorità sociale da affrontare a muso duro, vista la proliferazione di delitti comuni estranei ai cosiddetti “delitti di onore” in via di estinzione anche nella nostra terra calabra.

Gli ultimi casi sbattuti in prima pagina nei giornali, nelle tv e nei portali di informazione interattiva testimoniano una esponenziale crescita delle aggressioni, degli scippi, degli stupri, degli omicidi psicotici.

La studentessa inglese Meredith Kercher trucidata nella notte di Hallowen da uno psicopatico, Giovanna Reggiani derubata e stuprata da un uomo di nazionalità rumena, la coppia di anziani di Alcamo derubata, bastonata e denudata sanciscono il sorpasso della microcriminalità diffusa sulle logge massoniche, sugli affari di stato e sul secondo stato che monitora dall’alto le sorti del popolo italiano.

Nel frattempo restiamo attoniti ad osservare lo scorrere degli eventi, impotenti verso tendenze insediatesi nella quotidianità, mentre la rabbia cresce, si amplifica a dismisura sancendo il successo dell’intolleranza nei riguardi dei soprusi umani

Antonio Saracino non l’ho mai conosciuto, ma le testimonianze fornite dalla gente che lo amava, dagli amici della Toscana, dagli amici di Cosenza mi ha spinto ad esprimere la mia incredulità e sofferenza sulla fiction creata appositamente da gente priva di scrupoli e indirizzata esclusivamente al successo.

Conoscevo Antonio…era il nostro “presidente”…di un gruppo di amici che lavoriamo in Toscana. La notizia ci ha sconvolti tutti quanti, soprattutto la crudeltà dell’episodio. Antonio era un ragazzo meraviglioso, di una notevole bontà d’animo, generoso e amabile. Quello che è successo è veramente orrendo…è orrendo l’omicidio, è orrenda la modalità. Basta con la storia dell’omosessualità! Concentratevi piuttosto sul fatto che due ragazzi sono stati capaci di tanta cattiveria per soldi…per la droga! E’ questa la vera tragedia! Abbiamo perso Antonio!”
Rosina Amoroso.

“Ho avuto la fortuna di conoscere antonio un gran gentiluomo un gran signore,è stata infangata la sua dignità quando non si meritava di morire e nè in quel modo.antonio era uno che se vedeva a quei individui in difficoltà avrebbe dato tutto x aiutarli…fa rabbia pensare che ci siano persone che credono alle tesi dei giornalisti il nostro caro antonio non era nè uomosessuale nè uno che addescava le persone ma poi tossici….è una vergogna se si crede a quei due che hanno sbagliato a mettere marcia,se sono stati capaci di fare del male ad una persona dolce tranquillo è un pò pauroso come si può credere a quello che dicono,MA LA COSA PIU’ DEVASTANTE è CHE CI HANNO PORTATO VIA IL NOSTRO CARO AMICONE ANTONIO che per noi era il nostro toto…CI MANCHI A TUTTI.”
I tuoi amici D.E.F.E.R.E.COMPAGNI DI CS.

Noi amici della Toscana, conoscevamo benissimo la bravissima persona che era Antonio, incapace di ogni violenza contro chiunque. Se non altro ascoltate le persone che lo conoscevano davvero, visto che adesso sono le uniche che possono testimoniare la bontà di Antonio.”
Fabio

Antonio Saracino merita rispetto e dignità, la sua anima non deve essere dissacrata dall’intervento umano, sempre capace di nefaste efferatezze volte a trasfigurare l’onesta essenza dell’uomo”.

Il silenzio, solo il silenzio potrà accompagnare l’uomo verso una nuova realtà avulsa dalle discriminazioni.

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1 commento:

Unknown ha detto...

http://calabriaindipendente.wordpress.com/2007/10/31/antonio-saracino-parla-un-suo-amico/