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venerdì 9 novembre 2007

Bruxelles, una proposta dei socialisti: “Meno tasse sui condom".

I socialisti chiedono un taglio dell'Iva per favorire la lotta alla diffusione dell'Aids. I popolari nicchiano.

(Marco Zatterin - La Stampa) Troppe tasse sui condom, o profilattici, o preservativi, o come volete, ci sono tanti nomi quanti partiti politici. Il gruppo socialista del Parlamento europeo, il secondo più numeroso all'assemblea di Strasburgo, ha lanciato ieri una petizione per arrivare a presentare il primo dicembre, Giornata mondiale per la lotta all'Aids, un appello ai governo perché riducano l'Iva su quello che probilmente è il sistema anticoncenzionale più diffuso e affermato del pianeta.

La normativa europea prevede che su questo delicato articolo ci sia un'imposta minima del 5 per cento e attribuisce agli stati la facoltà di decidere autonomamente il livello dell'imposta. In alcuni paesi, notano i socialisti, si arriva al 25 per cento (vedi Svezia e Danimarca).

Il vicepresidente della compagine, Jan Marinus Wiersma, spiega la mossa ricordando che, secondo la World Health Organisation (Organizzazione mondiale della Sanità), la diffusione del virus HIV sta crescendo nelle regioni europee. Nel vecchio continente, solo nel 2005, sono stati diagnosticati 26.984 nuovi casi. Quasi tutti di matrice eterossessuale.

L'idea non piace allo schieramento rivale dei socialisti, il Partito popolare europeo, le cui convinzioni cristiane impediscono di sostenere apertamente la contraccezione. Vale per l'Italia come per la Scandinavia. Tutto il mondo è paese anche se poi ti muore un parente per l'Aids.

Certo non è questa la soluzione del problema e fa venire i brividi l'idea che si debba discutere se un profilattico sia di destra o di sinistra.

Ma chi avesse voglia può andare a firmare qui:
http://www.socialistgroup.eu/gpes/petition.do?lg=en

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