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venerdì 9 novembre 2007

Inghilterra: Un omofobo in commissione uguaglianza? Perchè no!

(Queerway) A volte certe scelte politiche sembrano voler prendere delle direzioni contrarie alle intenzioni che le hanno prodotte. Ma questo succede perchè siamo in Italia e siamo abituati a fare congetture e dietrologia cresciuti come siamo con il motto: "A pensar male si fa sempre bene!".

Siamo talmente abituati alle scelte politiche dei nostri rappresentanti che, per quel che ci riguarda, l'elezione all'interno di una Commissione per l'Uguaglianza e per i Diritti Umani di un cristiano conservatore sarebbe, per noi italiani, il segno che si vuole impantanare il lavoro della commissione stessa e piegare le decisioni della commissione ai voleri della Chiesa. Gli esempi che potrebbero avvalorare i sospetti sono tanti e quindi possono facilmente avvalorare il sospetto.

Nella più civile Gran Bretagna, invece, una scelta del genere rappresenta la normalità e la possibilità di avere all'interno della Commissione per l'Uguaglianza e per i Diritti Umani una rappresentanza di tutte le posizioni che possono essere coinvolte nella lotta contro le discriminazioni, comprese quelle che riguardano l'orientamento omosessuale.

Nella Commissione per l'Uguaglianza e per i Diritti Umani istituita di recente in Gran Bretagna, infatti, è stato nominato, tra gli altri, il reverendo Joel Edwards che è a capo della Alleanza Evangelica, un gruppo religioso che si è recentemente opposto all'introduzione di nuove regole per la lotta e la "condanna" delle discriminazioni contro le persone omosessuali e ha lottato perchè non venissero adottate nuove misure finanziarie a favore dei gay.

A giustificare la scelta di una nomina tanto controversa la Commissione ha dichiarato di voler incoraggiare una diversità di opinioni tre i membri della commissione stessa assicurando, in ogni caso, che la presenza del reverendo Edwards non impedirà il lavoro a favore della lotta alle discriminazioni ma stimolerà il dibattito tra le posizioni contrapposte così da poter raggiungere una mediazione condivisa: "Non ci possono essere eccezioni quando si parla di uguaglianza".

Certo è che in Inghilterra una soluzione del genere è percorribile. In Italia, ammettiamolo, no. Chi può immaginare un dibattito tra la Binetti o Calderoli o Volontè in una Commissione con Grillini che esprimono le loro posizioni per arrivare ad una soluzione condivisa? Nella migliore delle ipotesi la Commissione sarebbe bloccata per anni senza arrivare mai ad una conclusione di alcun tipo: altro che scelte condivise.

Viviamo in un paese dove le posizioni solo pregiudiziali assai prima dell'analisi delle stesse, figuriamoci se sarebbe possibile mediare tra posizioni differenti per arrivare ad una terza posizione che potrebbe "addirittura" essere nè di sinistra nè di destra.

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