Battaglia e al suo Village.
(Carlotta De Leo - Il Corriere della sera, edizione di Roma) «Imma Battaglia continua a dare del fascista a chiunque la pensa diversamente da lei»: Oliviero Toscani replica all'organizzatrice del Gay Village che lo aveva criticato. Il «casus belli» è la campagna pubblicitaria della rassegna che si aprirà il 27 giugno all'Eur. «È venuta da me cercando qualcosa a impatto – spiega lui – e io, praticamente gratis, le ho tirato fuori un'idea eccezionale: un preservativo rosso con la scritta S.P.Q.R. Appena l'ha visto, però, si è tirata indietro. Ha detto testualmente che Alemanno e la giunta fascista non avrebbero capito». Insomma, secondo Toscani si tratterebbe di «autocensura piccolo borghese di chi abusa del termine fascista. Non capisco ancora – aggiunge - perché si sia rivolta a me se voleva una campagna normalizzante. Tutti sanno come lavoro ».
Molti però ricordano che il Gay Village ha spesso sottolineato i rischi del contagio dell'Aids per le sue campagne pubblicitarie e sottolineano l'impegno della Battaglia e della sua organizzazione a favore della prevenzione. L'eco della polemica intanto si estende. «Ci hanno scritto le più note organizzazioni gay sostenendo che la pubblicità era geniale – conclude il fotografo - . Anche l'università di Yale ci ha contattati: appenderà il manifesto per tutto il campus. Un messaggio importante contro l'Aids che, evidentemente, qualcuno ritiene un problema superato».
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Ndr. E cosa c'è di più piccolo borghese dello slogan adottato dalla comunicazione del gay village: "Straordinaria normalità".
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