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venerdì 20 giugno 2008

Violentata e sgozzata. Meredith uccisa perchè rifiutò l'orgia.

"L’ivoriano l'ha violentata e sgozzata, gli altri erano nella stanza"
Indagini chiuse: "Amanda, Sollecito e Rudy uccisero per futili motivi"

(Alessandra Cristofani - La Stampa) Fu un massacro di gruppo. Mentre Amanda Knox e Raffaele Sollecito tenevano ferma la giovane Meredith Kercher, ventun'anni e la sola colpa di non aver voluto partecipare ad un incontro a quattro, Rudy Hermann Guede, l'ivoriano, le puntava alla gola un coltello e dopo averla violentata la uccideva.

C'erano quindi tutti e tre, la sera tra il primo e il due novembre dell'anno scorso, nella villetta di via della Pergola. Gli inquirenti hanno chiuso il cerchio ieri mattina e dopo sette mesi dal barbaro delitto della studentessa statunitense hanno depositato negli uffici della cancelleria del tribunale di Perugia l'avviso di conclusione delle indagini. Gli atti parlano chiaro: Mez, la studentessa anglo-indiana arrivata nella città del cioccolato e del jazz dalla periferia di Londra, è stata uccisa «mediante strozzamento e conseguente rottura dell'osso ioide e profonda lesione alla regione antero-laterale sinistra e laterale destra del collo da arma da punta e da taglio». I suoi assassini avevano approfittato «dell'ora notturna e dell'ubicazione isolata dell'appartamento».

Per tutti gli indagati, sessant'anni in tre, le stesse agghiaccianti ipotesi di reato. Il pubblico ministero Giuliano Mignini, cui si è aggiunto in corsa il sostituto procuratore Manuela Comodi, al giudice per le indagini preliminari ha dunque chiesto che i tre, tutti detenuti, vengano rinviati a giudizio per violenza sessuale e omicidio volontario in concorso. I giovani sono anche accusati del furto di circa trecento euro, di due carte di credito e due telefonini di proprietà di Meredith. Ed è proprio la prima ricostruzione dei fatti, poi inquinata da omissioni e depistaggi, la più vicina alla realtà.

Gli inquirenti erano stati portati fuori strada dalla semi-confessione dell'americana di Seattle che tra le lacrime aveva detto che sì, quella notte in cui Meredith era stata ammazzata c'era pure lei, in cucina, con le mani sulle orecchie per non sentire le urla disperate dell'amica. Aveva puntato l'indice contro Patrick Lumumba Dija, il deejay congolese dai capelli rasta e la faccia per bene. Ora che il musicista dell'ex Zaire è uscito fuori dall'inchiesta, l'americanina dovrà rispondere anche del reato di calunnia.

Di bugie ce n'erano state parecchie, da quel giorno in poi. Amanda non aveva fatto altro che parlare e ritrattare. Dichiarazioni distorte, quando non anche completamente false, quelle della giovane statunitense, che aveva tentato di lasciar fuori l'amico Rudy, fuggito subito dopo il delitto. Ad incastrarlo l'impronta sul cuscino insanguinato di Meredith, oltre al suo cromosoma ipsilon su un tampone vaginale della ragazza. Ad incastrare invece i due ex fidanzati le impronte dei loro piedi nudi, ritrovate davanti all'ingresso della camera di Mez, sul tappetino del bagno, nel corridoio.

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