Al ventunenne omosessuale era stata sospesa la sentenza di morte due settimane fa. Il caso e’ stato pero’ riesaminato dai giudici iraniani e la condanna convalidata. L’esecuzione e’ fissata a giorni. L’appello straziante della famiglia: “salvate il nostro makwan”
Il gruppo everyone chiede l’intervento immediato del governo italiano e del parlamento europeo, nonche’ di tutta la societa’ civile, e lancia la campagna “cuori per la vita di makwan”
Makwan Moloudzadeh ha ventun anni (è nato il 31 marzo 1986) ed è stato condannato a morte per il reato di “lavat” (letteralmente, sodomia) secondo il Codice Penale iraniano, che prevede la pena capitale. Stando alla motivazione addotta dal Governo Iraniano, il giovane, all’età di 13 anni, avrebbe intrattenuto rapporti sessuali con un altro ragazzo.
Makwan, che era stato oggetto della campagna internazionale “Fiori per la vita in Iran” lanciata dal Gruppo EveryOne -con centinaia di rose bianche e rosse inviate al presidente Ahmadinejad e la mobilitazione del mondo islamico liberale e progressista -, aveva ottenuto, il 15 novembre scorso, la sospensione della sentenza di morte dal capo del Dipartimento di Giustizia iraniano, l’Ayatollah Seyed Mahmoud Hashemi Shahrudi. Il giudice aveva definito la sentenza – emessa in prima istanza il 7 giugno scorso dalla prima camera del tribunale penale di Kermanshah, nell’Iran dell’ovest, e successivamente confermata l’1 agosto – “una violazione dei precetti islamici e delle leggi morali terrene”.
Nella serata di oggi 3 dicembre la famiglia di Makwan ha contattato telefonicamente Ahmad Rafat, giornalista di AKI – ADN Kronos International e membro del Gruppo EveryOne, dando l’allarme: il caso di Makwan è stato riesaminato dall’Autorità Giudiziaria di Teheran, e ieri, domenica 2 dicembre, è arrivata la drammatica sentenza presso il carcere di Kermanshah, dove il giovane è detenuto da tempo.
“E’ necessaria un’azione internazionale di protesta immediata, che coinvolga il Governo Italiano, il Parlamento Europeo e tutta la società civile. Dobbiamo far sentire in Iran le nostre voci e chiedere che Makwan viva. Makwan è innocente e la colpa per cui è stato condannato è la sua omosessualità”. E’ l’appello lanciato da Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, i leader del Gruppo EveryOne, che si è battuto, nei mesi scorsi, per impedire la deportazione dal Regno Unito della lesbica iraniana Pegah Emambakhsh. “Abbiamo sperato che l'Iran avesse mostrato compassione per Makwan” continuano “ma la campagna per la vita di Makwan condotta da migliaia di attivisti GLBT in tutto il mondo è rimasta inascoltata. Ci si stupisce inoltre di come qualcuno, anche sulla stampa internazionale, abbia definito ‘child offender’ Makwan, che era egli stesso un bambino quando amò un coetaneo.”
“I familiari di Makwan sono sconvolti” afferma Ahmad Rafat di EveryOne. “Da oggi, ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, per Makwan, perché i giudici iraniani comunicano alla famiglia il luogo e il momento del'esecuzione solo la sera prima della stessa.”
Il Gruppo EveryOne chiede a tutti di inviare cartoline, lettere ed e-mail al Ministro della Giustizia e al Presidente dell'Iran. Su ogni cartolina va disegnato un cuore e scritto “Noi amiamo Makwan. Makwan è innocente e deve vivere”. Una campagna d'amore, quella rilanciata da EveryOne, perché in Iran chi ama in modo diverso – i gay e le lesbiche – è considerato un criminale e subisce le pene più terribili, fino a quella di morte.
“Abbiamo pochissimo tempo” concludono i leader di EveryOne Malini, Pegoraro e Picciau. “Agite subito, chiedete ad amici e conoscenti di inviare alle autorità iraniane quante più lettere e cartoline possibile, perché i giudici e il presidente della Repubblica Islamica devono sapere che uccidono un innocente, che ogni anno imprigionano, torturano e uccidono migliaia di innocenti.”
Per il Gruppo EveryOne : Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Ahmad Rafat, Glenys Robinson, Arsham Parsi, Christos Papaioannou, Steed Gamero, Fabio Patronelli, Laura Todisco, Alessandro Matta
Per maggiori informazioni:
Gruppo EveryOne: (+ 39) 334-8429527
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com
Ecco a chi inviare cartoline, lettere, fax ed e-mail:
Head of the Judiciary
His Excellency Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahroudi
Ministry of Justice, Panzdah Khordad (Ark) Square, Tehran, Islamic Republic of Iran
Email: info@dadgostary-tehran.ir
(In the subject line: FAO Ayatollah Shahroudi)
Fax: 011 98 21 3390 4986
(If the call is not answered first time, please keep trying. When it is answered, say “fax please”.)
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Leader of the Islamic Republic
His Excellency Ayatollah Sayed Ali Khamenei, The Office of the Supreme Leader Islamic Republic Shahid Keshvar Doust Street, Tehran, Islamic Republic of Iran
Email: info@leader.ir
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President His Excellency Mahmoud Ahmadinejad – The Presidency
Palestine Avenue, Azerbaijan Intersection, Tehran, Islamic Republic of Iran
Fax: 011 98 21 6 649 5880
Email: dr-ahmadinejad@president.ir
E-mail: via web: http://www.president.ir/email/
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Speaker of Parliament
His Excellency Gholamali Haddad Adel Majles-e Shoura-ye Eslami
Baharestan Square, Tehran, Islamic Republic of Iran
Fax: 011 98 21 3355 6408
Email: hadadadel@majlis.ir
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Presidente del Majlis-e Shoura-e Islami (Assemblea consultiva islamica):
hadadadel@majlis.ir
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Embassy of Iran in UK
info@iran-embassy.org.uk
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Ambassy of Iran in Turkey
Tehran Street, No.10 Davaklidere, Ankara - Turkey P.O.Box: 33
Fax +90-312 4632823
Email: iranembassy@hotmail.com e info@iran-embassy.org.uk
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Ambasciata Iran in Italia
Via Nomentana, 361-363
00162 Roma (RM)
Fax. 06 86328492
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