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martedì 4 dicembre 2007

Debiti formativi: la scuola italiana bocciata dall’Ocse.

[i](Foto da Flickr di [url=http://www.flickr.com/photos/ieatstars/478681218/]ieatstars[/url])[/i]
(Panorama) Siamo stati gli inventori della prima calcolatrice tascabile, l’abaco romano. Ma Numeria, la dea della matematica cui, secondo i latini, dobbiamo il dono della facoltà di “pensare secondo quantità” alla base della scienza, ci ha abbandonato. E ora l’Italia primeggia per i suoi risultati fallimentari in campo scientifico. E non solo.

Il rapporto Ocse-Pisa (Progress in International Reading) 2006 presentato in mattinata a Parigi parla chiaro. L’indagine ha preso in esame 57 paesi (3o fanno parte dell’Ocse, più altre nazioni partner), fotografando la situazione degli studenti di 15 anni soprattutto sul fronte delle scienze, ma anche su matematica, comprensione e lettura. Ebbene, tra questi, per trovare il Belpaese dobbiamo partire dal fondo della classifica. Confermando, in peggio, i risultati delle precedenti rilevazioni triennali, avvenute nel 2000 e nel 2003 (qui il rapporto del 2003, in pdf).
Lettura? Gli studenti italiani si posizionano al 33esimo posto, con un punteggio totale di 469, al di sotto della media Ocse. Ai primi posti Corea, Finlandia, Hong Kong, Canada e Nuova Zelanda. Peggio di noi, tra i paesi dell’Unione Europea, soltanto Repubblica Slovacca, Spagna e Grecia, oltre alle nuove entrate Bulgaria e Romania. E questo è il nostro risultato “migliore”…
Cultura scientifica? Dal 26esimo posto del 2003 siamo scivolati al 36esimo. Svetta invece la Finlandia (con 563 punti), seguita da Hong Kong, Canada, Taipei-Cina e Estonia. Tra i promossi anche Slovenia (dodicesima) e Repubblica Ceca (quindicesima). Dietro l’Italia, a farci compagnia al di sotto della media Ocse, anche Portogallo (474), Grecia (473) e Israele (454). Se può confortarci, gli Stati Uniti sono soltanto 29esimi (489), e anche loro con una bella insufficienza.
Infine, amaro leit-motiv, in cultura matematica siamo 38esimi (con 462 punti). Tra i primi Taiwan, Finlandia, Hong Kong, Corea e Olanda. Dietro di noi, dei membri UE, soltanto Grecia, Bulgaria e Romania.
I risultati sono ancora più pesanti se si considera il livello di Pil dei vari paesi: gli studenti italiani sono superati dai coetanei estoni, cechi, sloveni… C’è da specificare che il rapporto, che si basa su prove scritte di due ore somministrate a ciascuno scolaro, non valuta tanto le competenze in senso stretto quanto la capacità di applicarle ai problemi reali. E non è certo una consolazione…

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