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martedì 4 dicembre 2007

Bertinotti: “Questo centrosinistra ha fallito, a gennaio confronto vero” .

(Noipress.it) “Dobbiamo prenderne atto: questo centrosinistra ha fallito. La grande ambizione con la quale avevamo costruito l’Unione non si è realizzata...”.
E’ il rassegnato giudizio del Presidente della Camera Fausto Bertinotti che, pur non facendo previsioni sulla durate del governo (“Non posso, non voglio”), dalle pagine de ‘la Repubblica’ riflette sullo stato attuale della maggioranza.

“Voglio premetterlo: non ci deve essere nervosismo, da parte di Prodi –spiega- ma per favore, prendiamo atto di una realtà: in questi ultimi due mesi tutto è cambiato” e “una stagione si è chiusa”.
Infatti, il progetto di “un governo nuovo, riformatore, capace di rappresentare una drastica alternativa a Berlusconi, e di stabilire un rapporto profondo con la società e con i movimenti, a partire dai grandi temi della disuguaglianza, del lavoro, dei diritti delle persone”, non si è realizzato.
“Già questo – sottolinea la terza carica dello Stato- ha creato un forte disagio a sinistra. Poi si sono verificati fatti che lo hanno acuito”.
Abbiamo un governo che sopravvive - ammette il presidente della Camera-, fa anche cose difendibili, ma che lentamente ha alimentato le tensioni e accresciuto le distanze dal popolo e dalle forze della sinistra”.

Fausto Bertinotti spiega quindi che, oggi, il grande tema che si ripropone per la sinistra radicale è quello dell’ autonomia di un progetto (“una grande questione, che nacque nel ‘56, con i fatti di Ungheria, con la rottura nel Pci, con lo scontro Nenni-Togliatti”).
Tuttavia, riflette, “devi vivere nello spazio grande e nel tempo lungo per creare una grande forza europea per il ventunesimo secolo. Se questa è l’ambizione, allora tutto va ripensato. Essere o meno alleati del Pd, stare o meno dentro questo governo: tutto va riposizionato in chiave strategica”.
E “alla fine del percorso - chiarisce il leader politico - io voglio riconoscere al Pd il diritto a trovarsi gli alleati che vuole, ma voglio garantire a noi il diritto di tornare all’opposizione”.

Il presidente della Camera indica dunque una data: “So bene, e ho persino orrore a pronunciare il termine: ‘verifica’. Ma è chiaro che a gennaio serve un confronto vero, che prende atto del fallimento del progetto iniziale ma che, magari in uno spettro meno largo di obiettivi, rifissa l’agenda su alcune emergenze oggettive. E viene incontro alle domande della società italiana, con scelte che devono avere una chiara leggibilità ‘di sinistra’.”
Così, spiega, sono numerosi i temi su cui il centrosinistra ha rinunciato a imporre la sua visione (“dalla laicità dello Stato alla politica estera”), ma “se si vuole tentare una nuova fase della vita del governo, vedo due terreni irrinunciabili: i salari e la precarietà”.

Via libera quindi alle riforme e alla trattativa con il Cavaliere.
Bertinotti giudica infatti “attendibile” la disponibilità di Berlusconi “ad avviare il dialogo” anche perché ormai è passata l’idea che il dibattito sulla legge elettorale non pregiudica l’esistenza del governo.
Stavolta, quindi, l’ accordo sulla legge elettorale, “è una possibilità reale” sostiene, osservando che nei due Poli si è affermata “una larga condivisione” su due punti essenziali: che l’attuale sistema istituzionale ed elettorale “è un fattore di riproduzione della crisi politica” e che l’attuale bipolarismo “è fallito”.
Nel merito, Bertinotti sottolinea come il sistema proporzionale con clausola di sbarramento e senza premio di maggioranza sia “una soluzione ragionevole”.
Ma, se Prodi vuole durare –avverte- deve imprimere una svolta fin dai primi giorni del 2008.

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