L’orgoglio gay sbarca a Taranto.
(Fabio Mancini - Tarantosera) Drug Queen con paillette, lustrini e boa piumati. Sono questi i particolari che balzano agli occhi nella “Serata Gay” dello Shamadà. Ogni giovedì sera i giovani pugliesi (il 70% viene da Bari) s’incontrano per dar sfogo all’orgoglio gay. “Non è pubblicizzata da nessuno – ci racconta una giovane lesbica – è solo per noi”. Due Drug Queen si esibiscono sul palco con abiti scintillanti. Intorno a loro un centinaio di ragazzi ballano, bevono e si divertono. Lontano da occhi indiscreti, lontano da sguardi inquisitori, di gente un po’ troppo antiquata. C’è “Pupa” (nella foto), seconda classificata al concorso Miss Drug Queen Puglia, che canta una canzone della Carrà. Chi si aspettava di trovare uomini con maglie retinate e berretti di pelle nera che ballano al ritmo dei Village People, rimane deluso. Gli stereotipi che purtroppo ancora avvolgono il mondo dei gay non sembrano ancora essersi smagnetizzati del tutto. Sorpresa sui volti dei tre ragazzi sulla soglia dell’ingresso, quando vedono arrivare una coppia etero. Qualche attimo d’esitazione e poi lasciano passare (senza nemmeno far pagare il biglietto d’ingresso). All’interno l’angolo bar è affollato. Cocktail a sei euro giusto per far scaldare un po’ l’atmosfera. Poi tutti in pista sino a notte fonda.
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Noi gay ci siamo sentiti offesi.
(Tarantosera) Gentile direttore, Buongiorno. Sono l’organizzatore della serata gay al Sonar o Shamadà! Mi sembra che quello che avete scritto sul vostro giornale sia semplice spazzatura, non potete definire “ serata a luci rosse “un educato e raffinato party gay legale e senza eccessi e la “ lap dance “ vista dai vostri inviati è semplice frutto della loro fantasia perversa. Durante le mie serate si esibiscono drag queen pluripremiate e non spogliarelliste sexy, mi auguro che vi mettiate una mano sulla coscienza e vi vergogniate almeno un pò per aver mortificato e offeso una categoria che ha già molti problemi in una città schifosa come questa. Se cercavate uno scoop avete solo ferito gente che già è costretta a subire tutti i giorni grazie a gente come voi. Aspettiamo le vostre scuse e magari i nomi delle persone che vi hanno chiesto di infangare il Sonar ! Con enorme tristezza vi saluto.
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Gentile amico, ho riletto con attenzione l’articolo a cui lei fa riferimento e mi sono convinto che lei non abbia neanche aperto il nostro giornale. Nell’articolo in cui riferiamo della serata gay organizzata nel locale tarantino non vi è alcun accenno a lap dance e spogliarelli. Viceversa si parla di questi spettacoli nella pagina affianco dove si riferisce di quanto avviene nei night abitualmente frequentati da uomini eterosessuali. Non comprendiamo la sua reazione e rivendichiamo l’attenzione che abbiamo dedicato a quella serata che rappresenta un aspetto di quanto avviene in questa città che, a differenza di quanto dice lei, non fa così schifo. Nessun pregiudizio, quindi, o mancanza di rispetto nei confronti dei gay o del locale. Mi permetto di aggiungere che a volte il vittimismo è dannoso almeno quanto il pregiudizio. Perché come quello trova ispirazione nel vedere le diversità come difetti.
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