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mercoledì 6 febbraio 2008

Berlusconi si sente invecchiato e di fronte a Veltroni dice no ai duelli tv.

Berlusconi: no all´election day e ai duelli tv. "Ma dico addio al Caimano". Cdl al voto con quattro simboli, scontro sui piccoli. Il Cavaliere vuole anticipare la lista dei ministri e punta su Montezemolo.

(Claudio Lotito - La Repubblica) «Non sarò mai più il "Caimano"». Solo una battuta, certo. Eppure per Silvio Berlusconi il ricordo del film di Nanni Moretti, uscito nel 2006 a pochi giorni dalle elezioni, è una sorta di memento. Non vuole più essere il "nemico pubblico" numero 1 per una parte del Paese. «In questa campagna elettorale - ha spiegato in questi giorni il Cavaliere - bisogna abbandonare i toni usati nelle occasioni precedenti. Possiamo puntare ai delusi di Prodi». Il linguaggio quindi va rimodulato, lo scontro senza quartiere evitato.
Ecco, il leader di Forza Italia inizia a preparare così la lunga corsa che porta al voto di aprile. A Via del Plebiscito stanno mettendo a punto le linee guida della campagna elettorale, e Berlusconi è convinto che stavolta la Casa delle libertà debba innovare le parole d´ordine. «La guerra contro Veltroni - ha spiegato - può non funzionare». Anche perché una campagna elettorale al calor bianco rischierebbe di far fallire sul nascere il tentativo di dialogo bipartisan coltivato in vista della prossima legislatura. Per questo, il capo del centrodestra sta studiando una campagna elettorale capace di rivoluzionare i leit motiv degli scorsi anni. Snocciolerà un po´ alla volta la lista dei ministri. Alcuni li sta già contattando. Ma su uno sta concentrando le sue attenzioni. Su Luca Cordero di Montezemolo. L´ex premier vorrebbe il presidente della Confindustria nel suo esecutivo. La circostanza che il mandato a Via dell´Astronomia finisca proprio a maggio rappresenta un´occasione per Berlusconi. Un´occasione per instaurare con le parti sociali un confronto su binari affatto diversi rispetto al quinquennio 2001-2006. E forse non è un caso che Franco Marini, sabato scorso, abbia ascoltato con irritazione le parole pronunciate da Montezemolo dopo l´incontro a Palazzo Giustiniani: «Non ci sono le condizioni politiche per una riforma elettorale», aveva detto. Il Presidente del Senato non ha gradito. La sera stessa poi si sono incontrati di nuovo alla festa per gli 80 Anni di Ciriaco De Mita e il leader degli industriali ha cercato di chiarire: «Sono stato interpretato male». «No - gli ha risposto seccato Marini - non c´era niente da interpretare».
Di fronte alla scelta "solitaria" del Pd, anche il presidente forzista punta a semplificare il suo schieramento. Nel centrodestra è già scattata la battaglia. An, Udc e Lega temono la deriva da "caravanserraglio": l´accusa già mossa dal Pd. Il partito di Fini ha più di un dubbio sulla partecipazione della Destra di Storace. E Casini non ne vuol sapere di farsi carico dell´Udeur di Mastella. Nella scheda elettorale per la Camera, comunque, Berlusconi vuole inserire solo 4 simboli: quelli dei partiti fondatori della Cdl. Al massimo un quinto per accorpare, appunto, le candidature di tutti i "piccoli". Allo stato, però, dovrebbe ricadere su FI il compito di candidare gli uomini della Nuova Dc di Rotondi, della Destra di Storace, del Pri di Nucara e anche dell´Udeur di Mastella e dei Liberaldemocratici di Dini. «Non possiamo presentarci con 14 partiti», hanno avvertito Fini, Bossi e Casini. Al Senato, invece, la tattica sarà opposta: «Lì - ha avvertito l´inquilino di Palazzo Grazioli - tutti saranno in campo. Anche 5 mila voti possono essere determinanti».
Prima che scatti la par condicio, infine, il Cavaliere punterà su tv e maxi-poster. Quindi inizierà il tour delle città e proverà a dire "no" al faccia a faccia in tv con Veltroni. E soprattutto tenterà in ogni modo di bloccare l´Election day.

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