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mercoledì 6 febbraio 2008

In Sardegna. A settantasei anni e coltello alla mano violenta un ragazzo di sedici anni.

Assemini, in manette il facoltoso ex socio della discoteca Eurogarden. Sotto la minaccia di un coltello l’ha fatto salire sull’auto.

(Alessandra Sallemi - La Nuova Sardegna) Un uomo di 76 anni, Basilio Trudu, da domenica pomeriggio è in cella con l’accusa di aver violentato per un’ora nella campagna di Assemini un ragazzo di 16 sotto la minaccia di un coltello. Secondo l’accusa, quando l’ha riportato in paese per scaricarlo in via Sardegna, a 50 metri da dove l’aveva sequestrato, il vecchio gli avrebbe sparato in faccia anche un’altra minaccia: «Se parli coi tuoi genitori t’ammazzo, tanto noi ci rivediamo di sicuro».
Ma il ragazzino, pur impaurito e in lacrime, non stava pensando ai genitori: è andato dritto dai carabinieri che, dopo averci parlato un poco, mentre cominciavano le ricerche del bruto, l’hanno accompagnato in ospedale per farlo curare. Il ragazzino piangeva ma era lucido e ha descritto parecchi particolari che hanno portato i carabinieri in casa di Trudu, facoltoso e molto conosciuto perché è stato socio dell’Eurogarden, una delle discoteche più grosse della Sardegna meridionale, fra le prime ad aprire durante il boom della discomusic negli anni Settanta, oggi è chiusa.
L’adolescente non conosceva il suo aggressore, un uomo con i capelli bianchi che l’aveva cacciato dentro la sua auto, una Mercedes, intorno alle 18.30 nella via Sassari, mentre lui stava tornando a casa dopo un pomeriggio trascorso in una delle feste di parrocchia organizzate per il carnevale.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri della stazione di Assemini guidata dal maresciallo Eugenio Lampis, il ragazzino sarebbe stato bloccato per strada contro l’auto dall’uomo il quale, nonostante l’età, viene descritto come una persona forte. L’uomo aveva in mano un coltello a serramanico di grosse dimensioni, arma che dal racconto del ragazzo si è capito aver avuto un ruolo determinante nella violenza: Trudu non avrebbe mollato il coltello neppure un attimo e in campagna l’avrebbe continuamente punzecchiato per non fargli passare la paura e approfittare di lui.
Ad Assemini, Trudu l’avrebbe afferrato sul marciapiede, dove in quel momento non passava nessuno. Secondo l’accusa l’ha sbattuto contro la macchina che aveva la portiera aperta e l’ha cacciato dentro serrando gli sportelli col telecomando. Ha raggiunto il posto di guida, è salito tenendo sempre il coltello saldamente in mano contro il viso della vittima e poi è partito, non senza aver bloccato gli sportelli, comando che poteva azionare soltanto lui dal posto di guida.
Il viaggio fin troppo lungo è finito dietro il supermercato Emmezeta, fuori dal paese e dall’altra parte della statale 130 nel comune di San Sperate. La violenza è avvenuta lì, il ragazzo l’ha descritta tutta. Alla domanda inevitabile, vista l’età di tutti e due, «com’è che non sei scappato?», ha risposto di averci provato più di una volta, ma l’aguzzino lo teneva stretto col coltello puntato al collo e alla fine s’è ritrovato di nuovo sulla strada di casa, affranto e disperato, ma vivo. Davanti all’ultima minaccia («se parli...»), quasi da copione, il ragazzino ce l’ha fatta a superare tutto, anche il timore di essere seguito dal bruto. I carabinieri gli hanno aperto la porta che non erano ancora le 20.30. La famiglia lo stava cercando ovunque, gli amici erano stati raggiunti da telefonate: «L’hai visto?». E tutti dicevano: «Sì ma è andato via dopo le 18...».
Il maresciallo Lampis l’ha ascoltato, i particolari non mancavano e si è deciso di portare il ragazzo all’ospedale, per cure ed esami. Ma intanto si è cominciato a cercare l’uomo coi capelli bianchi e la Mercedes connotati che, sommati ad altri, hanno convinto i carabinieri a indirizzarsi verso Trudu. C’è riserbo attorno ad alcuni particolari, si sa soltanto che in macchina è stato trovato il coltello descritto dal ragazzo. L’uomo è a Buoncammino, in stato di fermo e in attesa di convalida da parte del gip, il giudice per le indagini preliminari.
Le accuse: sequestro di persona, violenza sessuale, minacce gravi, porto abusivo di un coltello a serramanico. Ma la vicenda non è finita con la violenza interamente compiuta sul povero ragazzo. E’ detto in modo esplicito nella nota diramata dagli inquirenti come non si escluda che l’arrestato possa essere responsabile di altre violenze, forse mai denunciate dalle vittime per paura di ritorsioni. Da qui l’invito rivolto alle eventuali vittime affinché si facciano avanti e vadano alla stazione dei carabinieri di Assemini.
L’uomo è residente a Pula, dove possiede una villa, e ha casa anche ad Assemini, dove abita la sua famiglia. E’ nato ad Assemini e lo si vedeva spesso in giro in strada

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