(Fonte Agi) Sportivi gay non fate coming out. Vi conviene! La provocazione arriva dal quotidiano inglese The Guardian che sulla scia di un dibattito sollevato dal mensile statunitense The Advocate prende posizione sulla questione. Secondo il giornalista britannico Tom Lamont, pur essendo tutte le discipline dello sport dal calcio (in primis) al volleyball, dal rugby alla pallacanestro, infestate di "cripto gay", a nessuno di loro conviene dirlo pubblicamente. In primo luogo per un fatto meramente economico.
Esempio illustre, in tal senso, la tennista Martina Narvratilova che lo fece nel 1981 e in un battibaleno perse 12 milioni di dollari in contratti. Nessun marchio volle più vestirla. Un gay dichiarato può inoltre rovinare la delicata alchimia che regna nello spogliatoio di una squadra.
Lebron James (nella foto), astro nascente dell'NBA, dichiarò "è difficile fare la doccia insieme, stare sull'autobus, parlare insieme, bisogna fidarsi dei propri compagni". Senza parlare - scrive Lamont - delle prese in giro di cui gay o lesbiche sono oggetto sui campi di gioco. Quando Amelie Mauresmo fece coming out durante l'Open d'Australia del '99, le sue rivali non furono certo piene di tatto e di amore: "E' per metà uomo" disse una poco spiritosa Martina Hingins. Non solo, uscire allo scoperto porta i media a focalizzare l'attenzione sull'atleta che cosi' fatica a concentrarsi sulla prestazione sportiva.
Insomma un consiglio: dichiararsi gay in pubblico soltanto se si è abbastanza forti e si è davvero convinti della scelta. E John Aemechi, ex star del basket americano, dalle colonne di The Advocate, dà ragione al giornale britannico. Il suo coming out fatto ai microfoni dell'emittente sportiva ESPN, non ha avuto gli effetti sperati dalla comunità gay. "Triste ma vero, all'interno del mondo professionistico il mio outing non ha ottenuto alcun risultato anzi lo sport ha dimostrato ancora una volta di essere un mondo molto chiuso, pregiudizievole e spesso disinteressato alle problematiche sociali" conclude amaramente Amaechi.
Lo sa bene Marcus Urban, ex calciatore della seconda divisione tedesca, che ha recentemente dichiarato la sua omosessualità aspettando prima di porre fine alla propria carriera. "Purtroppo nel mondo del calcio, che deve essere per forza macho, se un giocatore in attività confessasse pubblicamente di essere gay, disubbidirebbe gravemente al menzognero codice del campo, che vuole i suoi atleti per forza eterosessuali", ha confessato Urban sulle pagine del quotidiano Die Tageszeitung.
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