Roma si divide sull'omofobia. Il concorso della discordia.
(Italia Oggi) Promosso dall'assessorato alla pari opportunità di Roma, si rivolge ai giovani tra 13 e 25 anni. È il concorso contro l'omofobia che nel Lazio è diventato un caso politico. Un concorso di idee per i giovani sull'identità sessuale dal titolo: «Unisci le differenze». Sottotitolo: «Etero, gay, lesbiche, bisessuali e trans: una città senza pregiudizi. Sì alle diversità. No alle discriminazioni». Obiettivo: superare stereotipi legati all'omosessualità e all'identità di genere tra i giovani dai 13 ai 25 anni. Il rischio però è alimentare le discriminazioni e generare confusione tra gli adolescenti nella visione della sessualità. Almeno a sentire le critiche piovute in questi giorni sul sindaco capitolino, Walter Veltroni, e l'assessore alle pari opportunità, Cecilia D'Elia, promotrice del concorso. Il gruppo consigliare di Alleanza nazionale, infatti, il 12 gennaio ha presentato un'interrogazione (primo firmatario Fabrizio Ghera) per annullare il bando e sostituirlo con uno nuovo «che stimoli una completa conoscenza dei pericoli sessuali che gravano sugli adolescenti, come la pedofilia, gli abusi sessuali e le malattie sessuali». Presentato il 21 dicembre in collaborazione con i rappresentanti delle associazioni Glbt, «il progetto», spiega D'Elia, «spinge i ragazzi a utilizzare le nuove tecnologie per testimoniare le esperienze di convivenza positiva fra tutte le diversità». Il bullismo omofobo, che riguarda «il 30% delle 15 mila telefonate alla nostra help line», sottolinea Fabrizio Marrazzo, presidente di Arcigay Roma. Dato confermato dal Codici secondo cui il 60% delle segnalazioni al proprio osservatorio sul bullismo riguardano le diversità. «È assurdo che An si stupisca», spiega Marrazzo, «da 15 anni esiste un protocollo d'intesa, sempre confermato, tra noi e il ministero per corsi di formazione nelle scuole». An però attacca sull'inopportunità di coinvolgere ragazzi dai 13 anni e rincara la dose. «L'iniziativa è una vera e propria deriva laicista», denuncia Ghera. Interviene anche il Moige, il movimento genitori. «Sarebbe necessario», commenta Bruno Iadaresta, «un maggior ascolto dei genitori nel progettare iniziative come questa. Il bullismo omofobico è una parte delle nuove forme di bullismo».
Info: www.comune.roma.it
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