(Rainews24) Il partito socialista spagnolo (Psoe) e il premier José Luis Zapatero hanno reagito oggi in modo duro alla manifestazione di domenica scorsa a Madrid 'per la famiglia cristiana'. I vescovi conservatori spagnoli avevano attaccato la legislazione sul matrimonio omosessuale e sul 'divorzio rapido' approvata dal governo.
"Nella Spagna della Costituzione tutti hanno il loro posto - ha ricordato oggi Zapatero - tutti hanno diritto ad avere diritti, che professino o meno una religione. E' la Spagna che vuole la immensa maggioranza degli spagnoli, e continuerà così".
Il segretario organizzativo del Psoe, José Blanco, nel suo blog su internet, è stato ancora più netto, sostenendo che i vescovi "hanno due opzioni: presentarsi alle elezioni o mantenersi al margine della vita politica".
Il partito socialista ha anche inviato un comunicato, intitolato "le cose al loro posto", supervisionato dallo stesso Zapatero (e pubblicato sul quotidiano El Mundo), in cui si precisa che "chi deliberatamente ignora o non rispetta" il diritto della "società attraverso i suoi rappresentanti a stabilire principi di liberta' individuale e convivenza per tutti i cittadini", "si allontana dalle fondamenta essenziali della democrazia".
"La fede non si legifera", afferma la nota del partito socialista, che ricorda come, oltre alle nuove norme che hanno scatenato l'ira dei vescovi più conservatori, la legislatura che sta per terminare abbia prodotto anche molte altre leggi: "Per promuovere la natalità, per conciliare la vita familiare e professionale, per dare dignità alle famiglie di pensionati con pensioni basse, per appoggiare le famiglie con persone dipendenti" e per fornire borse di studio agli studenti di famiglie povere.
"Non faremo nessun passo indietro", conclude il comunicato.
Nella manifestazione di domenica scorsa, a cui hanno partecipato circa 160.000 persone secondo i calcoli della stampa e di organizzazioni indipendenti, il cardinale di Madrid Antonio Maria Rouco Varela aveva sostenuto che il governo di Zapatero ha fatto "passi indietro sui diritti umani" rispetto agli standard dell'Onu. Altri vescovi avevano apertamente parlato di "leggi ingiuste" che minaccerebbero la famiglia cristiana.
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