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mercoledì 2 gennaio 2008

Binetti la dura e la nuova crociata per la revisione della legge sull’aborto.


(Panorama) Mancava solo la sua. E infatti è arrivata: la benedizione della senatrice Paola Binetti contro la legge 194. Per nulla intimorita da chi la voleva fuori dal Pd per aver votato contro, lo scorso dicembre, al primo e pasticciato pacchetto sicurezza voluto da Veltroni; per nulla imbarazzata dalla lettera che lo stesso segretario le ha inviato per dirle che affermare che “i gay vanno curati” è “pericoloso e sbagliato”, ora la cattolica Binetti interviene nel dibattito sulla revisione della legge sull’aborto.

E c’è poco da sorprendersi, visto che la senatrice non è nuova nel giocare ruoli di rottura, sui temi etici, con le posizioni laiche della sinistra della propria maggioranza.
Esponente di punta dei teo-dem - corrente del Partito Democratico di stampo democristiano e cristiano-sociale (ne fanno parte Luigi Bobba, Emanuela Baio Dossi, Enzo Carra e Marco Calgaro), molto vicina alle posizioni dottrinali propugnate dalla Chiesa sulla procreazione assistita e sui Dico - alla vigilia di Natale, per far capire di che pasta è fatta, la Binetti ha rincarato la dose contro le dure critiche del suo leader e le accuse di “nazismo” delle associazioni Lgbt: “È grave che Veltroni, spinto dalle pressioni degli omosessuali, voglia soffocare il confronto su temi così importanti. No, Walter, non è con i diktat su unioni civili e omosessuali che si costruisce il partito Democratico”. E a conferma della sua tesi, la Binetti ha rispolverato i suoi trascorsi professionali. La senatrice, che in passato non ha nascosto di usare il cilicio come forma di penitenza, altri non è che una neuropsichiatra. Una scienziata, insomma. “Ho esperienza decennale di omosessuali che si fanno curare” scriveva sulla Stampa “non sono andata a cercarli io, sono loro che sono venuti in terapia da me”.
Veltroni o non Veltroni, scienza o non scienza, comunque Paola Binetti le idee chiare le ha sempre avute: “La mia coscienza resta qua”. Senza uscire o farsi cacciare, come vorrebbero in tanti, dal Pd. Ma ora la posizione della senatrice si è fatta ancor più estrema, dicendosi pronta non solo a sostenere la crociata lanciata dal direttore de Il Foglio, Giuliano Ferrara e dal Cardinale Ruini, ma anche di essere disposta a votare con Forza Italia e con una formazione trasversale in Parlamento: “Sulla salvaguardia della vita” spiega “non valgono logiche di schieramento o posizioni di partito”. Altro che inciucio, insomma: “Sono convergenze alla luce del sole”.
A raccogliere politicamente le proposte del giornalista e del cardinale, è stato Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Forza Italia, che ha confermato di aver presentato, già tre mesi fa, una mozione parlamentare per”l’istituzione di linee guida (attualmente non previste dalla 194) per permetterne un’applicazione piena, coerente e omogenea'’. E la Binetti si è accodata: “Nel Pd e in Parlamento” rivela “siamo in più di quanti si creda a ritenere indispensabile la rivisitazione della legge 194″.

Un numero che non contempla certo Marina Sereni, vice capogruppo del Pd alla Camera: “La legge 194 è stata un’ottima legge che ha contribuito a sconfiggere l’aborto clandestino e a dare alle donne tutele e aiuti per una maternità consapevole. Mi auguro” ha aggiunto Sereni “che l’iniziativa a titolo personale dell’onorevole Bondi, che sa tanto di speculazione politica, resti assolutamente tale”. Dice sì al dialogo, ma no alla modifica della legge, il ministro della Salute Livia Turco. Che ha lanciato un messaggio forte e chiaro: “È una legge applicatissima”. La legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, infatti, “ha fatto sì che da trent’anni ad oggi gli aborti si siano praticamente dimezzati riducendosi del 45% e sia stato cancellato l’aborto clandestino e la conseguente altissima mortalità materna”.
Va dritta al bersaglio, invece, la capogruppo del Pdci al Senato Manuela Palermi: “La senatrice Binetti sta coprendo di vergogna e di ridicolo l’intera coalizione di governo. Affermare di essere pronta a sottoscrivere la mozione di Forza Italia contro la 194, significa insultare tutte le donne”. Ma non è solo vergogna, è totale incompatibilità: “Il suo incredibile comportamento” prosegue ancora la Palermi “rende incompatibile la sua presenza in un centrosinistra che nel suo programma ha riaffermato la laicità dello Stato. che Veltroni intervenga”.
Ma, essendo lei una senatrice, con i numeri risicati che il governo si trova a Palazzo Madama, a dover intervenire per quietare gli animi e accontentare tutti i riottosi alleati, sarà, come al solito, Romano Prodi. Che non aveva messo in conto una tegola di queste proporzioni, nella già delicata agenda d’inizio anno.

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