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mercoledì 2 gennaio 2008

Anglicani. Vescovi conservatori sfidano Canterbury. Organizzeranno conferenza parallela a Gerusalemme.

Ribadito il no alle ordinazioni dei sacerdoti e dei vescovi omosessuali, nè le benedizione delle unioni fra persone dello stesso sesso pena l'espulsione.

(Apcom) - I vescovi dell'ala più conservatrice della comunione anglicana hanno intenzione di organizzare a Gerusalemme un vertice parallelo alla tradizionale Conferenza di Lambeth, che verrà convocata quest'anno dall'Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams.

Come riporta il quotidiano britannico The Guardian, circa un terzo dei 900 vescovi anglicani intende sfidare l'autorità di Williams, considerato dai conservatori troppo tiepido nei confronti di alcune denominazioni, come la Chiesa Episcopale statunitense, che hanno autorizzato la consacrazione di vescovi omosessuali.

Le divisioni fra conservatori e liberali sono state infatti innescate nel 2003 dalla consacrazione di Gene Robinson (nella foto) a vescovo della Chiesa Episcopale, nonostante la sua dichiarata omosessualità; nello stesso anno la diocesi canadese di New Westminster autorizzò le prime nozze gay.

Nel suo discorso di fine anno Williams aveva criticato quei vescovi - soprattutto africani - che avevano consacrato dei propri vescovi per guidare quelle comunità statunitensi che avevano scelto di abbandonare la Chiesa Episcopale, creando di fatto delle chiese parallele e violando il principio dell'indipendenza delle singole denominazioni.

Nel marzo scorso infatti la Chiesa Episcopale aveva respinto l'ultimatum lanciato dai vescovi conservatori sulla proibizione delle unioni omosessuali e sulle ordinazioni dei vescovi gay, accusando i Primati della chiesa anglicana di "colonialismo".

Williams era riuscito ad evitare nello scorso febbraio - almeno temporaneamente - lo scisma nella sua Chiesa sacrificando però l'ala più liberale della Chiesa episcopale statunitense. Una decisione non priva di rischi finanziari, dato che la Chiesa Episcopale - pur rappresentando il 3% dei circa 70 milioni di fedeli - contribuisce a circa un terzo del bilancio dell'intera Comunione, che verrebbe seriamente decurtato da un eventuale scisma.

La conferenza dei Primati della Comunione Anglicana - che come tutte le Chiese protestanti non ha una struttura centralizzata - aveva deciso nell'ultimo incontro di Dar es Saalam di varare delle nuove regole assai più conservatrici dando tempo agli episcopali (questa la denominazione anglicana negli Stati Uniti) fino al prossimo 30 settembre per la loro applicazione.

Il piano ordinava ai vescovi episcopali di non accettare più le ordinazioni dei sacerdoti e dei vescovi omosessuali, nè le benedizione delle unioni fra persone dello stesso sesso: altrimenti non potranno restare nella Comunione. Per dare applicazione all'eventuale espulsione delle diocesi 'liberali', il piano prevedeva inoltre la possibilità di creare una struttura parallela all'interno della Chiesa Episcopale, con un vescovo in grado di amministrare quelle diocesi che non si sentissero a loro agio con l'attuale dirigenza.

I Primati avevano infatti accettato il principio secondo il quale vescovi di altre province possono travalicare i confini della loro chiesa per occuparsi di altre diocesi: in questo caso, quelle statunitensi più conservatrici, come già è il caso dell'arcivescovo nigeriano Peter Akinola. Un principio che rappresenta una violazione dell'indipendenza delle Chiese individuali della Comunione. E' stato un rospo da inghiottire anche per l'arcivescovo di Canterbury: Williams, notoriamente di idee piuttosto liberali, ha visto sbriciolarsi i suoi tentativi di compromesso, e si è limitato ad affermare che si tratterebbe di "un esperimento".

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