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mercoledì 2 gennaio 2008

Bufale di inizio anno. Vi racconto come non sono guarita dall’omosessualità.

(Parole non dette) Testimonianza di Darlene Bogle (Los Angeles) del 27 giugno 2007

Nell’estate del 2007 si è tenuta a Los Angeles, in California, la conferenza di quanti si sono sottoposti ai trattamenti finalizzati al cambiamento dell'orientamento omosessuale. Pratica molto propagandata da numerose chiese e dai risultati devastanti per la personalità. Vi segnalo la testimonianza di Darlene Bogle, una ex leader di Exodus, un movimento “cristiano” che propone questo tipo di iniziative. Ecco il racconto della sua esperienza nei gruppi di “guarigione dall’omosessualtà”.

Ciao. Mi chiamo Darlene Bogle. Grazie per avermi dato l’opportunità di condividere le nostre storie. Innanzitutto, vi dico perchè sono qui. Io ho diretto Paraklete Ministries, un’attività affiliata ad Exodus a Hayward (California), che includeva preghiera, studio biblico e counseling individuale. Ero anche l’assistente del pastore della Chiesa di Foursquare.

Come leader di Exodus, ho viaggiato per tutto il paese, parlando e presenziando in molte trasmissioni televisive locali e nazionali come Sally Jesse Raphael, Jerry Springer e 48 ore sulla CBS.
Ho tenuto seminari alle conferenze annuali di Exodus sul processo di essere
messi in salvo dall’omosessualità” e sui benefici di guarire “il bambino dentro di noi” attraverso la preghiera. Ho scritto due libri, “La lunga strada per l’amore” e “Stranieri in terra cristiana”.

Il mio messaggio era chiaro: essere gay è una scelta che puoi, anzi dovresti, cambiare per essere cristiano. Ero sincera nel messaggio che lanciavo. Dio non odiava i gay ma l’omosessualità non era il suo piano perfetto per le nostre vite.

Per oltre dieci anni, il mio ruolo in Exodus e nella chiesa locale, unito a discorsi e presentazioni di libri, contribuì a non farmi avere una vita privata. Ero così focalizzata nell’aiutare gli altri con i loro conflitti che persi l’abilità di ascoltare i miei sentimenti.

Io pensavo che questa perdita di emozione fosse la conferma che ero veramente una ex-gay, malgrado il fatto che mai avevo desiderato una relazione con un uomo e mi tenessi strette le amiche del mio stesso sesso.

Poi, nel 1990 mentre insegnavo a un ritiro di donne a Foursquare in California, ebbi un’esperienza che cambiò la mia teologia, la mia vita e la mia missione! Avevo appena iniziato il mio seminario “Guarire lo Spirito disordinato”, quando una donna entrò e si sedette in prima fila. Lei aveva lunghi capelli neri ricci e un sorriso contagioso.

I suoi occhi fissavano i miei, e anche se i libri dicono che non ci sono cose come l’amore a prima vista, il mio cuore la sapeva più lunga. Il suo nome era Des.
Io camminai all’altro lato della stanza, raccontando come al solito il mio percorso di guarigione, ma il mio cervello stava andando in confusione con pensieri ed emozioni che io pensavo morti e sepolti. Immaginate, se potete, il mio shock e il mio orrore quando capii in quel momento che quello che stavo insegnando era una bugia.

Seppi in quell’istante che Dio ci aveva portate l’una dall’altra! Pregammo e lessi la Bibbia con l’intento di evidenziare l’amore, non il peccato.Ogni parte delle Scritture che noi leggevamo era in favore dell’amore che ora condividevamo.
Capii per la prima volta quanto restrittivo e limitante il mio messaggio di grazia era diventato. Io era libera per la prima volta in 15 anni. Poche settimane dopo mi fu chiesto di lasciare la chiesa e fui rimossa dalle attività di Exodus.

Des ed io iniziammo insieme un viaggio lungo 12 anni, che ho raccontato nel mio nuovo libro “Un viaggio lesbico cristiano”. Scoprii un grande mondo di gay cristiani e come Saul nel Nuovo Testamento, vidi.
Io non avevo lasciato perdere il ministero pastorale, ma avevo trovato molte opportunità di condividere l’incondizionato amore di Dio e guarire la verità all’interno della comunità gay e lesbica.

Nel 2005, dopo una lunga battaglia, Des morì di cancro al seno. Prima di morire, lei mi incaricò di raccontare la nostra storia e di essere voce per la comunità gay e lesbica. Prima che incontrassi Des, consideravo me stessa “ex gay” perchè avevo cessato di avere una vita sessuale attiva, e spesi il mio tempo a promuovere il “cambiamento” negli altri.

Quando questi cambiamenti non avvenivano, le persone che erano in cura da me frequentemente chiedevano quanto tempo ci voleva ai desideri per cambiare. Io mentivo e li incoraggiavo a continuare a pregare e leggere la Bibbia.
Quando chiedevano quanto tempo ci avessi impiegato io, evitavo di rispondere. Il mio cuore era nel giusto, ma il mio messaggio no.
Mi scuso con quelle persone e con quelle famiglie che credettero al mio messaggio secondo cui cambiare era necessario per essere accettabili di fronte a Dio.

In anni recenti, ho visto il danno causato dal rifiuto di sè, dalla vergogna e dall’amore ingabbiato. Mi scuso da parte mia per aver presentato un Dio che ama a certe condizioni e chiedo perdono per il messaggio di falsa verità di cui parlavo per conto di Exodus.
Il cuore mi fa male appena sento le molte storie di abusi e suicidi di uomini e donne che non avrebbero potuto cambiare il loro orientamento, contrariamente a quanto Exodus e altre iniziative cristiane dicevano loro.

Una delle ragazze che frequentavano le nostre attività divenne così depressa per l’impossibilità di cambiare che si gettò da un ponte piuttosto che continuare la battaglia. Mi fu detto che non era colpa mia, ma il mio cuore la sapeva più lunga.

La mia vocazione oggi è rivolta a quelle iniziative pastorali che si propongono di ascoltare queste storie con il cuore e di cessare di lanciare messaggi che danneggiano famiglie e persone omosessuali. Essere dalla parte della verità, ma non della falsa verità di cambiamenti obbligatori per essere accettabili di fronte a Dio.
Ci sono cose da cambiare nelle nostre vite, ma il nostro orientamento sessuale non è ciò che è necessario guarire. Io auspico che arrivi un tempo di guarigione per celebrare la vita di Cristo con tutti i suoi figli.

Se ci sono altri leader ex-gay che sono giunti a capire e ad abbracciare la grazia di Dio come gay e lesbiche, li incoraggio ad andare avanti e a unirsi al processo di guarigione e riconciliazione.

Questa è la ragione per cui sto andando avanti e sto accettando le responsabilità per il messaggio che davo in passato, ed è la ragione per cui sto lanciando un messaggio di speranza per il nostro futuro di gay e lesbiche nella comunità e nella chiesa.

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