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martedì 11 dicembre 2007

Il parroco di fatto.

(Le buone notizie) Più di settantamila stranieri hanno avuto il permesso di soggiorno in Italia per motivi religiosi. La Chiesa ne ha bisogno e lo Stato acconsente. Cliniche, case di accoglienza e istituzioni turistico - alberghiere sono piene di suore che vengono dall’Asia o dal Sud America. In alcune regioni, come per esempio il Piemonte, la Toscana, l’Umbria, l’ Abruzzo, i vescovi affidano le loro parrocchie a preti indiani, sudamericani, congolesi, polacchi, romeni. che così contribuiscono a sintonizzare la Chiesa con le nuove esigenze della società multietnica. In molte province la maggior parte del clero ormai è straniera. A tanti cattolici quest’afflusso può sembrare una buona notizia, per varie ragioni. Però pochi sanno che in base al Concordato del 1929, i parroci devono essere cittadini italiani. Per motivi, come si disse allora, di “difesa dello stato”. Non è permesso a cittadini di altri stati reggere una parrocchia in Italia (con la sola esclusione di Roma e delle diocesi suburbicarie) .

La clausola è stata confermata nel 1984, quando al governo c’era Craxi, e il divieto perdura . La Chiesa lo sa bene, ma, spinta dalla crisi delle vocazioni, ricorre a vari espedienti, come quello di definire, per esempio “amministratore straordinario “, il parroco che non può essere chiamato parroco perché non è italiano. Un parroco di fatto, ma non di diritto. La Chiesa, che è così restia a riconoscere le coppie di fatto, sembra prodiga nel nominare i parroci di fatto. Quella di “amministratore”è una definizione quanto meno riduttiva e comunque ipocrita e ambigua per una funzione così delicata. In più, l’attributo “straordinario” presuppone che l’incarico sia provvisorio. Fra l’altro, la parrocchia è una corporazione di diritto pubblico dotata di personalità giuridica e c’è da chiedersi se gli effetti civili, che conseguono agli atti di un parroco, che non è parroco, conservino la loro validità. Sembra proprio di sì, ma qualcuno potrebbe eccepire. Di fronte a questa situazione scottante, lo Stato chiude un occhio , anzi due. Resta il fatto che siamo di fronte a una aperta violazione della Legge, che non può essere aggirata, in nessun caso, con espedienti formali . Nessuno protesta. Nemmeno i fedeli, perché nessuno gli ha detto che non hanno più un parroco, ma un amministratore straordinario, come se la parrocchia fosse un condominio.

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