(Fulvio Bufi - Corriere della Sera) Dice Vincenzo De Luca che «in tema di sicurezza il problema della sinistra è non aver avuto il coraggio di mettere nel proprio vocabolario parole come ordine e repressione, o un’espressione sacrosanta come principio di autorità. Se l’avesse fatto non saremmo arrivati a questo».
Lui l’ha fatto. Lui, sindaco di Salerno targato ds ma eletto con una lista propria, senza l’appoggio dei Ds e nemmeno della Margherita, ha messo la questione-sicurezza in cima alle priorità della sua amministrazione e secondo una ricerca pubblicata dal Sole 24 Ore questa politica gli valse già nei primi quattro mesi di governo (tra il giugno e il novembre 2006) un incremento di consenso tra i salernitani pari al 9 per cento.
Dopo aver dotato di manganelli i vigili urbani («in certi casi chi dovrebbe ubbidire alle loro disposizioni reagisce aggredendoli, e quindi è bene che possano difendersi al meglio»), ha reso sempre più frequenti i controlli della polizia municipale nelle zone della città dove maggiore è la presenza di attività illegali gestite da extracomunitari, dagli accampamenti abusivi ai mercatini ambulanti. Iniziative alle quali quasi sempre partecipa in prima persona.
Si è messo alla guida di ronde istituzionali, sindaco?
«Non si tratta di fare ronde ma semplicemente di far rispettare la legge».
Giovedì sera lei e i suoi vigili avete dato la caccia a prostitute romene e parcheggiatori abusivi, ieri avete sgomberato un accampamento abusivo. Non bastava la polizia municipale, era necessaria anche la sua presenza?
«Ritengo che partecipare personalmente a queste azioni sia il miglior modo per dare ai miei concittadini un segnale forte e concreto di come chi hanno scelto per rappresentarli si interessi a loro e alla città. E poi è giusto che io sia con gli uomini che debbono operare, anche per incoraggiarli».
Che risultati ha ottenuto finora con questi blitz anti-immigrati?
«Non direi che sono blitz contro gli immigrati: sono contro gli illegali».
E a cosa hanno portato?
«Per esempio dal lungomare sono sparite le decine di bancarelle che c’erano una volta. Marocchini e cinesi occupavano abusivamente tutta la strada, che adesso invece è stata restituita ai salernitani».
E che fine hanno fatto gli ambulanti?
«Quelli in regola adesso possono vendere tranquillamente in un mercato etnico che abbiamo organizzato e realizzato a spese del Comune. Per chi non è in regola, invece, qui non c’è spazio».
Con i rom come va?
«Avevano fatto un accampamento abusivo davanti all’Arechi (lo stadio della Salernitana, ndr), e li abbiamo mandati via».
Che cosa ha pensato dopo l’episodio della donna uccisa a Roma?
«Che non so se si riuscirà a evitare altre tragedie come questa».
È troppo tardi?
«Non lo so. Ma so che il finto solidarismo e il finto democraticismo fanno soltanto danni, e questa ne è la dimostrazione. La sicurezza si ottiene anche con la repressione di ciò che è illegale, imponendo l’ordine e facendo valere il principio di autorità. Ma la sinistra ha sempre avuto paura di queste parole e di questi concetti. E adesso si trova a fare i conti innanzitutto con una tragedia che poteva essere evitata, e poi con una richiesta forcaiola e razzista che non fa certamente onore al nostro Paese».
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