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domenica 4 novembre 2007

Rinascimento in Valdarno: una rassegna (e non solo) per cinque maestri.

LA GALLERY

(Panorama) Perché l’Italia è un unicum in campo artistico? Lo si comprende visitando i suoi piccoli musei, scrigni di capolavori. Un vero assaggio di quanta bellezza vi si nasconda, viene offerta dalla rassegna Toscana dal titolo Rinascimento in Valdarno. Una mostra per cinque maestri: Giotto, Masaccio, Beato Angelico, Andrea della Robbia e Domenico Ghirlandaio (così recita il sottotitolo) che rimarrà aperta fino al 25 novembre. L’esposizione si snoda come le preghiere di un rosario in diverse tappe, fra minuscoli centri, dove un piccolo grande museo d’arte sacra contiene una perla artistica. Oltre alla scoperta di capolavori da Giotto a Beato Angelico, da Masaccio ad Andrea della Robbia, c’è un surplus di fascino che scaturisce dai luoghi, dalla serenità del paesaggio, dalla macchia della Vallombrosa, e poi, andando verso FiglineValdarno e Montevarchi, lo sguardo spazia verso i vigneti e i terrazzamenti e la vista sull’Arno fatto ad anse. Bellezza a piene mani.
Nel weekend si viene accompagnati gratuitamente nelle diverse sedi e viene chiarito lo scopo della mostra, incentrata sul confronto. In ogni sede infatti sono state dislocate una o più opere di altri musei che permettano una sorta di gemellaggio ideale, precise corrispondenze con l’opera locale. Così guardando la Madonna col Bambino e angeli di Giotto a Figline Valdarno, si vede come Maria sia seduta in una esile architettura che solo accenna ai profili del trono; Giotto preferisce dare risalto alla massa blu del manto dove il rosso crostaceo della veste mariana e i colori limpidi del bambino vengono esaltati. L’antagonista di Giotto, il Maestro di Figline con la sua Vergine in trono col Bambino, angeli e due santi francescani crea un’ imponente splendida macchina scenica, in cui squillano i bicromatismi dei marmi dipinti, un trionfo architettonico della sacralità contro il nuovo uso dello spazio affidato alla pittura da Giotto. Emoziona la Madonna col bambino di Masaccio, con una Maria che solletica con due dita la gola del Bambino in un gesto umanissimo. Intima e calda d’oro è l’atmosfera sacra della Annunciazione del Beato Angelico, che raffigura la tesi del pittore: negli aspetti delle cose create il segno del Creatore non si nasconde ma rifulge.
Ma, ancor più che l’emozione provocata dai singoli dipinti e dai loro incroci stilistico-tematici, Rinascimento in Valdarno colpisce le nostre menti distratte ricordandoci quale straordinario museo, quale vasto “open space” di cultura e di arte sia quello che, non a caso, un tempo veniva chiamato il Bel Paese.

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