(Delia Vaccarello - L'Unità) Stop alle benedizione delle coppie gay e ai vescovi omosex all’interno della Chiesa anglicana. Nell’agosto del 2003, Gene Robinson, allora 56enne, venne nominato vescovo della diocesi del New Hampshire. Si trattava della prima nomina di un religioso apertamente omosessuale. Oggi Gene è rimasto l’unico vescovo gay dichiarato. La candidatura di Robinson era stata osteggiata allora dagli esponenti più conservatori della chiesa episcopale americana (la branca americana della Chiesa Anglicana), che avevano minacciato una scissione. Da allora il braccio di ferro è stato continuo. Ed è proprio per scongiurare lo scisma che qualche giorno fa la Chiesa episcopale ha dovuto fare marcia indietro, rimandando l’apertura ai gay a un momento in cui il consenso sarà più vasto. Il 25 settembre scorso i capi della chiesa episcopale degli Usa hanno formalmente annunciato di voler mettere un freno alla nomina di vescovi gay, per evitare una storica frattura all’ interno della comunità. Riuniti a New Orleans, hanno anche deciso di non approvare una preghiera ufficiale di benedizione delle coppie dello stesso sesso. Una dichiarazione arrivata al termine di sei giorni di dura trattativa, tra molteplici pressioni e appelli per evitare lo scisma. Episcopali e anglicani sono impegnati da lungo tempo in un braccio di ferro sull’interpretazione della Bibbia, del quale la nomina di vescovi gay non è che l’aspetto più clamoroso. Tra i conservatori in prima fila compaiono gli africani.
La nomina di Robinson nel 2003 aveva fatto scalpore. Prima aveva lavorato per anni come assistente del vescovo nel New Hampshire, guadagnandosi la stima di tutti. Divorziato da parecchio tempo, Robinson vive da 17 anni con il suo compagno. Ed è riuscito a istaurare un clima di stima e reciproco affetto con i suoi cari, vivendo con naturalezza la relazione omosessuale all’interno di una famiglia allargata di affetti. Una delle sue figlie, Ella, che oggi ha 25 anni, aveva sostenuto la sua elezione a vescovo insieme alla madre. Per Ella, Robinson è «un uomo buono e un buon padre». Ma la Chiesa non ha valutato né la sua esperienza né la sua capacità di spendersi per la comunità. Ha prevalso il «segnale» che la sua investitura ha dato al mondo.
Un segnale che andava cancellato, accettando di sospendere l’ordinazione di vescovi omosessuali. Per spingere gli americani verso questa decisone è giunto a New Orleans lo stesso Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. Così gli episcopali hanno annunciato che «eserciteranno moderazione» prima di approvare un altro vescovo omosessuale, che non autorizzeranno funzioni religiose per coppie dello stesso sesso e che chiederanno ai preti di non benedire coppie omosessuali. E c’è tra i conservatori chi giudica blando il provvedimento. Il Primate della Chiesa anglicana della Nigeria e Arcivescovo di Abuja, Peter Akinola, ha respinto la risoluzione. Akinola ha sottolineato che il testo non vieta in maniera esplicita il pulpito ai vescovi omosessuali, ignorando così «ancora una volta» le richieste dei fedeli. «È semplicemente un aggiustamento temporaneo», si legge nel sito web di Akinola. Ma non tutti gli innovatori si fermeranno. La moratoria è destinata a segnare uno scollamento tra le dichiarazioni ufficiali e quanto avviene nelle comunità. È risaputo che molti preti concedono una benedizione informale alle coppie omosessuali. Continueranno a farlo nonostante questo impegno.
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