Cdl in vantaggio in caso di voto anticipato: cresce Forza Italia, arretra l'Udc.
(Renato Mannheimer - Il Corriere della Sera) La prospettiva di elezioni anticipate è sempre presente nello scenario politico. Talvolta, come in questi giorni, appare meno probabile e più lontana nel tempo. Talaltra, ancora solo pochi giorni fa, sembrava più immediata. La situazione nel suo complesso — e la sopravvivenza del governo — appaiono comunque precari e suscettibili di mutamenti, anche repentini. Per questo, tutti gli attori politici e gli osservatori hanno continuamente ben presente la possibilità di un ritorno alle urne, anche nei prossimi mesi. E, specialmente, anche in vista del referendum sulla legge elettorale che dovrebbe svolgersi la prossima primavera, a meno di una improbabile rinnovata capacità decisionale del Parlamento prima di quel momento. E' arduo affermare oggi quali potrebbero essere gli esiti di nuove consultazioni. Tutti i sondaggi disponibili indicano una netta prevalenza del centrodestra nelle intenzioni di voto dichiarate. La crescita rispetto al risultato elettorale dell'anno scorso riguarda un po' tutte le forze politiche della Cdl: con molto maggiore intensità per Forza Italia (che, nei sondaggi, pare avvicinarsi sempre più al traguardo del 30%), in misura minore per la Lega e An (che comunque superano il risultato del 2006) e con solo un arretramento per l'Udc. E' ragionevole attendersi che la superiorità del centrodestra venga confermata anche in occasioni di eventuali elezioni «vere».
Ma occorre tenere presente che queste dovranno necessariamente essere precedute da una campagna elettorale e che quest'ultima ha sempre più influenza nel determinare gli esiti del voto, come si è visto, appunto, in occasione delle consultazioni del 2006. Come si è detto, il centrosinistra appare oggi in minoranza. Il suo andamento non è tuttavia uniforme. Alcune forze politiche sembrano ottenere assai meno consensi rispetto all' anno scorso: in particolare, l'insieme di Ds e Margherita, che nel 2006 formava l'Ulivo e che alle prossime consultazioni dovrebbe essere rappresentato dal Pd, si trova oggi molto al di sotto del 31% che ottenne a suo tempo e oscilla attorno al 27-28%. Anche la sinistra radicale pare subire un'erosione, seppure più contenuta. Ma altri partiti della coalizione guidata da Prodi manifestano un andamento più positivo. In particolare, colpisce la crescita di consensi dell' Italia dei Valori guidata da Antonio Di Pietro. Questa formazione è rimasta stabile per diversi mesi, attestandosi comunque nei sondaggi ad un livello superiore a quello ottenuto nel 2006. Nelle ultime settimane, essa sembra aver dato luogo ad una crescita notevole, attestandosi attorno al 3% (secondo alcuni anche il 4%) dei consensi, sia pure «virtuali». Secondo molti osservatori, il successo di Di Pietro è dovuto in buona misura all'«effetto Grillo» e al fascino dell'antipolitica. Quest'ultimo è visibile da un verso con l'incremento significativo di quanti dichiarano di voler votare un «altro» partito, al di fuori delle coalizioni. Ma dall'altro esso ha certamente contribuito all'incremento dei votanti potenziali dell' Idv. Lo suggerisce anche il fatto che questi ultimi dichiarano di simpatizzare per il comico genovese in misura assai più intensa di quanto non facciano gli elettori degli altri partiti: addirittura il 43% dei votanti per l'idv ha dichiarato «voterebbe sicuramente Grillo se quest'ultimo si presentasse alle elezioni», a fronte di una media del 17% tra la popolazione. C'è comunque da osservare che, in generale, i votanti dell'Italia dei Valori appaiono di per sé più legati e simpatetici con le tematiche dell'antipolitica.
Ad esempio, tra loro il 69% ritiene che «i politici sono interessati ai voti della gente, non alle loro opinioni» e il 66% è del parere che «la gente come me non ha alcuna influenza su quello che fa il governo». Tra i diversi fattori che sembrano minare oggi la stabilità della coalizione di Governo, sul piano delle intenzioni di voto, appare dunque particolarmente temibile l'ascesa dell'ex pm. E l'intesa, più o meno dichiarata, con il movimento «esplosivo» di Grillo.
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