(Ansa) C'é una proteina in grado di stimolare le difese dell'organismo al livello delle mucose genitali. Il suo meccanismo d'azione è stato indagato e chiarito in uno studio internazionale coordinato dal gruppo del professor Mario Clerici dell'Università di Milano. Studio che apre nuove prospettive per la messa a punto di un vaccino per l' Hiv e per altre malattie sessualmente trasmesse.
La ricerca, pubblicata su 'PLoS ONE', si riferisce alla chemochina indicata con la sigla MEC-CCL28 ed è stata condotta in collaborazione con l'Ospedale SS.Annunziata Antella (Firenze) e con organizzazioni di ricerca francesi (IRD di Montpellier), americane (Università di Los Angeles e Columbia University di New York) e africane (University of Zambia, di Lusaka). In particolare, i ricercatori hanno valutato l'effetto della CCL28 sull'induzione di una risposta immunitaria: si è visto che la chemochina attira nelle mucose genitali le plasmacellule, cellule 'sentinelle' del sistema immunitario che producono anticorpi protettivi chiamati IgA. Studi precedenti condotti in donne sane che erano partner sessuali di soggetti Hiv-positivi avevano dimostrato che queste donne erano protette dal virus dell' Aids da diversi fattori, tra cui proprio la produzione di IgA specifiche dell' Hiv a livello delle mucose genitali.
I risultati del nuovo studio dimostrano ora che c'é una relazione fra la protezione dovuta alle IgA e la concentrazione della chemochina CCL28, che aumenta nel plasma e nella saliva dei soggetti esposti ad Hiv ma non infetti: è infatti la chemochina che attira le plasmacellule che producono anticorpi IgA. "La prova è venuta da uno studio condotto in Africa - ha detto Clerici - dove si è visto che bambini allattati da madri Hiv-positive aumentano il periodo di sopravvivenza in ragione della concentrazione di CCL28 nel latte materno". Da qui, i ricercatori milanesi hanno dimostrato che nei topi vaccinati con Hiv e CCL28, le plasmacellule che producono anticorpi anti Hiv risultano aumentate a livello genitale e rettale. "Il prossimo passo - conclude Clerici - lo faremo fra qualche settimana, quando inietteremo nel topo CCL28 insieme alla clamydia, al tricomonas, all'herpes, per verificare che lo stesso tipo di immunizzazione a livello della mucosa genitale avviene anche per altre malattie sessualmente trasmesse".
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