Adesso, invece, ecco l’incipit di un libro: “C’è un uomo tra i diciotto e i cinquant’anni residente a Milano o che a Milano sia venuto per affari o per svago, il quale non abbia fatto almeno una visita a una famosa casa che la burocratica verecondia della Pubblica Sicurezza, che ne ha l’alta sorveglianza, e lo spirito pecoresco dei reporter di giornali, han qualificato per innominabile?”.
Se non fosse per il riferimento alla casa di tolleranza, sembrerebbe pura cronaca. Ma ovviamente non lo è. Il libro porta la data 1904 ed è a firma di Umberto Notari, direttore e fondatore dell’ “Ambrosiano”, nonchè amico e sodale di Filippo Tommaso Marinetti. Si intitola Quelle signore e costa al suo autore un processo per oltraggio al pudore. Ecco: basterebbe questo a spiegare il motivo per cui la casa editrice Otto/Novecento lo ripubblica ora a distanza di ottantaquattro anni.
Basterebbe, ma non basta: il libretto è un rutilante affresco di una città distratta, tutto smog (si, proprio così, smog) ed affari, dietro la cui ipocrisia si nascondono in controluce edonismo e sfruttamento.
Di qui, prende le mosse la storia di Marchetta, bella, esperta e sensualissima femme fatale che smania e si divincola dalla cronaca quotidiana di lenoni, viscidi signori e sfruttatori. È un ritratto di un secolo fa, ma sembra un’ istantanea scattata ieri sera.
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