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sabato 10 novembre 2007

Un gesuita proclamato aguzzino seriale.

(Trotzky) I cleropornopedofili non cessano mai di stupirci per la loro capacità di escogitare modi sempre nuovi atti a dare sfogo alle loro pulsioni sessuali lungamente represse.
Un noto gesuita – riporta il Survivor’s Network of those Abused by Priests - è stato incriminato da una Corte Federale del Wisconsin per la sua attività di aguzzino seriale dei minori che di solito lo accompagnavano nelle sue missioni all’estero.
Una madre ha confidato ai giudici che il figlio viveva con l’aguzzino da quando era venuto meno suo marito. Un testimone ha citato le lettere che gli erano state inviate dai generali gesuiti, nelle quali gli veniva intimato di desistere dall’intraprendere viaggi notturni con minori, e ha tracciato il profilo di un prete che molestava senza requie tutti i ragazzi affidati alle sue cure. Altri testimoni hanno riferito che il gesuita insisteva perché le sue vittime gli parlassero delle loro trasgressioni sessuali, poi ispezionava i loro genitali con una lente di ingrandimento, con il pretesto che voleva assicurarsi che non si erano fatti male, e infine le violentava.
Un giovanotto, che aveva già presentato un ricorso contro di lui e il suo ordine, ha aggiunto che, per eccitarlo, gli mostrava un album di foto pornografiche, poi gli massaggiava i genitali, lo trascinava su un divano e lo costringeva a fare sesso orale con lui.
l’Illinois purtroppo non prevede la possibilità di processare i pedofili che hanno abusato delle loro vittime molo tempo prima, cosicché, anche se era già stato condannato più volte per stupro, non hanno potuto imprigionarlo, in quanto non era residente in quello Stato.
La condanna che ha ricevuto per gli ultimi episodi è stata rinviata in attesa dell’esito dell’appello interposto per un processo precedente. Nelle more del giudizio gli è stato concesso di vivere in una contea limitrofa. Nel frattempo il riprovevole figuro non ha desistito dalla sua predisposizione congenita a comportarsi in modo non conforme alla legge, violando per la terza volta la consegna degli arresti domiciliari.
Riflettendo su queste notizie, si è indotti a chiedersi se i cleropornopedofili non siano costretti da una qualche pulsione insopprimibile a tornare sul luogo del delitto, per rivelare la loro psicopatia ed essere costretti a farne pubblica ammenda.

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