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sabato 10 novembre 2007

Vent'anni, bellissima e amante di Hillary.

Rivelazioni dal mondo del gossip: “Ecco la donna segreta.

(Maurizio Molinari - La Stampa) Tutto è iniziato in agosto, con un gossip sul «Village Voice». Poi, a fine ottobre, il «Los Angeles Times» ha lanciato il sospetto e ora nei blog elettorali non si parla d’altro: Hillary Clinton avrebbe un’amante lesbica, la ventenne e bellissima collaboratrice indo-pakistana Huma Abedin (prima sinistra nella foto).

L’8 agosto il «Village Voice» di New York, diretto da Michael Musto, aveva messo nero su bianco il provocatorio contenuto di un talk show radiofonico della conservatrice Monica Crowley, secondo la quale «Hillary è la regina gay dell’avvenente aiutante di campo Huma Abedin, una versione musulmana dell’attrice Salma Hayek», considerata uno dei volti più seducenti d’America.

A trasformare il gossip in un sospetto dei salotti di Georgetown è stato Ron Rosenbaum, firma del liberal «Los Angeles Times», che il 30 ottobre ha scritto: «Abbiamo pronto un articolo su un potenzialmente devastante scandalo sessuale che coinvolge un autorevole candidato alla presidenza e ancora non lo pubblichiamo perché si tratta di una difficile decisione etica».

I due più autorevoli candidati alla presidenza in questo momento sono il repubblicano Rudolph Giuliani e la democratica Hillary Clinton e poiché sul primo i pettegolezzi sessuali già abbondano - grazie a una vita con tre matrimoni, un numero imprecisato di fidanzate e l’ambigua convivenza per sei mesi con una coppia di gay in un appartamento di Manhattan - non resta che l’ex First Lady, fredda nei sentimenti, molto dura di carattere e nota per vestirsi quasi sempre in pantaloni.

Che Hillary consideri Huma Abedin irrinunciabile non è un mistero, visto che lei stessa l’ha descritta così sulle pagine del magazine «Vogue»: «Huma possiede l’energia di una ventenne, la sicurezza di una trentenne, l’esperienza di una quarantenne e la grazia di una cinquantenne: non ha orari, la sua combinazione di gentilezza e intelligenza sono senza pari e sono fortunata ad averla nella mia squadra».

Il titolo di Huma è «traveling chief of staff» ovvero «capo di gabinetto viaggiante» perché ovunque sia Hillary - a qualsiasi ora, in qualsiasi posto - lei la accompagna, affianca e indirizza su che cosa fare, chi vedere e, spesso, anche che cosa dire. Il «New York Observer» ha dedicato a Huma un ritratto intitolato «La misteriosa donna di Hillary», descrivendola come una stakanovista capace di essere presente a venti eventi pubblici in dieci giorni, che comunque «non suda mai» e ha attirato anche la curiosità dello stilista Oscar de La Renta, «che la vuole vestire».

Katia Dunn, producer radiofonica di Washington, assicura che «il culto di Huma» pervade il mondo dei Clinton anche se di lei in realtà si sa assai poco: c’è chi dice che è giordana, chi libanese e chi iraniana, chi sostiene che ha 26 anni e chi 36 anni. Forse ha due figlie, anche se il curriculum ufficiale si limita ad affermare che è una ventenne nata a Kalamazoo, nello Stato del Michigan, da padre indiano e madre pakistana, entrambi di fede musulmana, con i quali si è trasferita molto piccola a Gedda, in Arabia Saudita, per poi tornare negli Stati Uniti a studiare alla George Washington University e diventare «una delle più strette collaboratrici del senatore Hillary».

«Vogue» le ha dedicato un lungo articolo definendola «l’arma segreta di Hillary», e confermando l’interesse per lei di Oscar de La Renta, ma nella blogosfera ciò che più conta è la definizione di «body person» che Hillary le avrebbe assegnato, per lasciar intendere che è Huma l’unica a doverle essere, sempre, vicina.

Sui siti noti per essere cinghie di trasmissione di veleni e gossip di Washington circola l’anonima citazione di una persona «sufficientemente vicina a Hillary» secondo la quale «le voci sono vere, dentro il team della campagna è ben noto che Hillary e Huma sono una cosa sola» come dimostra il fatto che «telefonando nella residenza di Hillary al mattino la prima a rispondere è Huma, come è anche lei a rispondere a tarda sera». Che si tratti di colpi bassi messi a segno dai repubblicani, indiscrezioni velenose frutto di gelosie interne al team di Hillary o imbarazzanti fughe di notizie, il «Lesbian Affair» è il gossip che tiene banco a Washington, facendo tornare alla mente l’epoca del Sexgate, quando la gelida reazione al tradimento di Bill venne spiegata con le presunte tendenze saffiche della First Lady. Nulla da sorprendersi, dunque, se Hillary proprio in questi giorni ha lanciato «The Fact Hub», un sito Internet per rispondere a tutte le falsità dette su di lei.

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