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domenica 28 ottobre 2007

La Chiesa e il suo revisionismo: Benedetto XVI e la beatificazione di 498 martiri spagnoli.

Non ci sono solo i martiri che spargono il proprio sangue, ma anche coloro che nella "vita ordinaria" testimoniano "silenziosamente" ed "eroicamente" il Vangelo.

Lo ha detto il Papa, rimarcando che "questo martirio della vita ordinaria è una testimonianza quanto mai importante nelle società secolarizzate del nostro tempo". Benedetto XVI, prima dell'Angelus recitato davanti a circa 40.mila persone che avevano partecipato alla beatificazione di 498 martiri spagnoli, ha parlato di un "'martirio' incruento, che non è meno significativo, come quello - ha detto - di Celina Chludzinska Borzzka, sposa, madre di famiglia, vedova e religiosa, beatificata ieri a Roma".

"E' la testimonianza eroica e silenziosa - ha rimarcato Benedetto XVI - di tanti cristiani che vivono il Vangelo senza compromessi, compiendo il loro dovere e dedicandosi generosamente al servizio dei poveri" e mostrando la "pacifica battaglia dell'amore che ogni cristiano, come Paolo, deve instancabilmente combattere: la corsa per diffondere il Vangelo che ci impegna fino alla morte".

BEATIFICAZIONE DI 498 MARTIRI SPAGNOLI - Uno stuolo di celebranti in abiti liturgici purpurei, presieduti dal cardinale José Saraiva Martins ha preso parte in piazza San Pietro alla cerimonia per la beatificazione di 498 martiri spagnoli uccisi negli anni 1934, '36 e '37. Inni sacri in spagnolo si sono levati dalla piazza mentre i celebranti prendevano posto. Il card. Saraiva, delegato dal Papa a questo rito, celebra in spagnolo. In piazza sono presenti circa 40mila persone.

CARD.SARAIVA, MARTIRI NON SONO PER UN SOLO PAESE - "I martiri non sono patrimonio esclusivo di una diocesi di una nazione" ma al contrario "appartengono al mondo intero, alla Chiesa universale". Lo ha sottolineato il cardinale José Saraiva Martins nell'omelia per la beatificazione dei 498 martiri" di Spagna e non spagnoli", sia perché la Spagna è il luogo del loro martirio ma non per tutti della nascita, sia appunto per l'universalità del loro messaggio. "La santità - ha rimarcato a questo proposito il porporato - non consiste nella riaffermazione di valori comuni a tutti, ma nella personale adesione a Cristo salvatore del cosmo e della storia" e "il martirio è il paradigma di questa verità".

Le parole del cardinale aiuteranno il tentativo di Spagna e Chiesa spagnola di attenuare le polemiche reciproche su questa beatificazione, tentativo sostenuto dal fatto che il governo spagnolo ha inviato alla cerimonia il ministro degli Esteri Angel Moratinos, e che i vescovi spagnoli vanno ripetendo da giorni ripetendo che la maxi-cerimonia di beatificazione di 498 martiri della Guerra Civile "non è contro nessuno, e tanto meno contro Zapatero". Quella di oggi è la più numerosa cerimonia di beatificazione nella storia della Chiesa.

E il card. Saraiva lo ha rilevato parlando di "rilievo storico per il numero davvero ingente dei beati". I beati provengono da 23 diverse cause, 11 delle quali avviate prima del 1960, la più vecchia nel 1948. Tra i 498 nuovi beati, ci sono due vescovi (di Cuenca e Ciudad Real), 24 sacerdoti diocesani, 462 religiosi (frati e suore), un diacono, un sottodiacono, un seminarista e sette laici. Cinque sono i nati fuori dalla Spagna: due in Francia, due in Messico e uno a Cuba.

Tra i futuri beati, 145 al momento della morte avevano tra i 20 e i 30 anni, 107 tra i 40 e i 50 anni, 97 fra i 30 e i 40, 72 tra i 50 e i 60 anni. Ce ne sono anche 18 che avevano tra i 16 e i 19 anni, 41 tra i 60 e i 70 anni, 15 tra i 70 e i 78 anni (dei restanti tre non si conosce l'esatta data di nascita). Nel numeroso gruppo, ci sono due martiri "della persecuzione religiosa che ebbe luogo nell'ottobre del 1934", 489 vennero uccisi nel 1936, sette nel 1937.

PROTESTA CENTRI SOCIALI FINISCE IN RISSA CON OPUS DEI - Una protesta di un gruppo di aderenti ai centri sociali davanti a una chiesa frequentata da fedeli dell'Opus Dei a Roma e' finita in rissa all'uscita della messa.

Sei persone sono state fermate e identificate dai carabinieri, mentre un furgone e materiale fotografico e video sono stati sequestrati dalla polizia. Alle 11,45 aderenti al collettivo 'Militant'' e del collettivo ''Facciamo breccia'', appartenenti alla rete dei centri sociali romani, hanno esposto uno striscione davanti alla chiesa Sant'Eugenio in piazza delle Belle Arti con scritto: ''Chi ha ucciso, torturato e sfruttato non puo' essere beato''. Insieme allo striscione e' stata esposta una riproduzione su un pannello di due metri per cinque della Guernica di Picasso. La protesta nasce perche' stamani il Papa ha beatificato 498 martiri uccisi in Spagna negli anni Trenta del secolo scorso. Quando i fedeli cattolici sono usciti dalla chiesa, al termine della funzione religiosa, la protesta ha provocato la loro ira. Una trentina di fedeli ha urlato e strappato lo striscione e fatto a pezzi la riproduzione del celebre dipinto.

Secondo quanto riferito da aderenti ai collettivi, i cattolici avrebbero ''aggredito anche fisicamente i giovani e inneggiato a Franco''. A quel punto la rissa e' stata sedata dall'intervento delle forze dell'ordine. I carabinieri, precisamente l'Ottavo Battaglione Lazio che stava andando a prendere servizio allo Stadio Olimpico, ha fermato e identificato le sei persone mentre la polizia ha bloccato il furgone dei collettivi in via Bruno Buozzi: all'interno del mezzo vi era una scala, una telecamera e una macchina fotografica con cui gli aderenti ai collettivi avevano ripreso l'intera rissa.

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