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domenica 28 ottobre 2007

Gay e sanità: Regolamenti nazisti per il welfare Milanese e Lombardo.

(La famiglia fantasma) Ho già messo in guardia varie volte sul pericoloso movimento proto-nazista presente al Comune di Milano. Ora, dagli insulti e dalle velate minacce sono passati ai fatti. La regione, però, ha anticipato Palazzo Marino, lasciandogli un grande distacco.

La Regione, infatti, ha approvato pochi gioni fa un articolo del piano del welfare lombardo, definito nel documento “Governo della rete dei servizi alla persona in ambito socio-sanitario”.
In questo documento si legge: «Le prestazioni sanitarie e sociali sono finalizzate a sostenere la persona e la famiglia, con particolare riferimento allo sviluppo di una sana e responsabile sessualità».
I promotori di questa legge si difendono affermando che questa stessa frase è presente nel codice civile già da molti anni e nessuno l’ha mai messa in discussione. Il punto, però, è che loro l’hanno rinvigorita invece di lasciarla morire.

E’ più che ovvio che questa legge non sia stata fatta esplicitamente contro i gay e le lesbiche, tantomeno contro quelli che vanno a puttane.
Tuttavia, considerato il clima ciecamente bigotto della nostra società, che non considerà famiglia le famiglie omosessuali, gay e lesbiche sono lasciate alla mercè e alla discrezione dei singoli operatori.
In Polonia gli omoseussuali, a volte, vengono invitati a curarsi dai veterinari.
In Italia per un omosessuale potrebbe essere necessario dover chiamare i Carabinieri. Dopo essere stati umiliati da persone impunite e anzi protette dalla legge.
Non esiste un vero pericolo, a mio avviso, che non si possa venire curati. Ma piuttosto, c’è il timore certo, e lo stress, di poter ricevere una pesante, immotivata umiliazione. Una legge proto-nazista. Altro che bigotta o oscurantista, come dicono i nostri timidi politici. Proto-Nazista.

Unica chance di serenità: riuscire a provare di aver una sana e responsabile sessualità.
E allora ecco la soluzione: andare dal medico di famiglia, farsi fare un certificato che attesti la propria sana sesusalità.

Il medico, probabilmente, di primo acchitto, si rifiuterà, dicendo che è assurdo. Ma allora voi gli tirate fuori questa notizia e gli spiegate che avete paura di andare a Milano, fosse anche solo per una gita, o per andare a ballare in discoteca.
Al prossimo convegno dei medici, state sicuri, ne parleranno, di questo articolo del welfare. E non certo in un bel modo.

Spiegate bene, al vostro medico, che, se vi presentate al pronto soccorso con il fidanzato e dall’altra parte c’è un medico fondamentalista - amico di Formigoni & C. - temete per la vostra salute! un medico creanzato vi fornirà certamente il certificato.

QUi di seguito le dichiarazioni - apparentemente concilianti e rassicuranti - dei politici di centrodestra che hanno promosso e votato questo articolo. Margherita Peroni di Fi, relatrice del progetto: «La frase tanto discussa è contenuta nella legge 44 del ‘76, quella che istituisce i consultori. È lì da più di 30 anni e nessuno l´ha mai contestata. E poi quando si parla di sana e responsabile sessualità, ci si riferisce non alla pura genitalità, ma a quella dimensione più ampia che comprende l´affettività e la capacità di relazione. Questo è il senso delle parole che abbiamo scelto».

Stefano Galli, il capogruppo della Lega: «Quella della sinistra è una polemica con autogol - replica Giancarlo Abelli, l´assessore all´Assistenza - da quando esiste la legge sui consultori non è mai stato discriminato nessuno. Tutti i nostri interventi sono a tutela della maternità, del concepimento, della famiglia e dell´umanità che c´è in ogni uomo, al di là di qualsiasi distinzione di sesso o altro».

Carlo Saffioti, consigliere di Fi bha detto «Quella frase sulla sana sessualità andava evitata perché si presta a equivoci. Io l´avrei tolta».

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