(s. raule blog) Sono indignata. Malgrado da anni combatta contro questa miserevole condizione dello spirito a colpi di cinismo, ho raggiunto, alla fine, il punto di saturazione. Per punto di saturazione intendo quel punto oltre il quale le cazzate diventano troppe per far finta di non vederle. Quasi magicamente, in questo autunno dalla messe (di cazzate, appunto) così copiosa, la goccia proverbiale è stata una cazzata cattolica. Sono consapevole del fatto che è il mio punto debole. Portate pazienza, aspetto solo la scomunica, poi mi acquieterò. Insomma, quello che non sono riusciti a fare le riunioni ai servizi sociali, le risse su CUS e i pranzi (ottimo pranzo, peraltro) a casa Conte, un pretuccolo di periferia è riuscito a farlo in un amen (ah-ah): sono indignata. Ma veniamo ai fatti. Ieri non ho fatto in tempo a leggere il giornale, così la cazzata l’ho vista solo stamattina. Avessi saltato sarebbe stato meglio.
Riprendendo dal Secolo IXI: “«Halloween è pedofilia esercitata in campo morale, psicologico, spirituale, mentale, senza violentare il corpo». Le parole di un prete di periferia, don Massimo Bruno, insegnante di religione e parroco della chiesa Santa Maria delle Nasche, sono pietre lanciate sulle pagine del settimanale cattolico di Genova Il Cittadino.” Ora, la mia domanda è: se sei parroco di Santa Maria delle Nasche, qualsiasi cosa sia una nasca, che colpa abbiamo noi? Immagino che don Bruno sia frustrato perché non è il parroco di, chessò, Nostra Signora della Luce (poetico), o di Santissima Annunziata (solenne) o magari di Santa Madre della Salute (benaugurate). Certo, le nasche fanno un po’ schifo, ma non era Gesù a dire di porgere l’altra guancia? Purtroppo don Bruno non ha saputo applicare questo precetto, e la cinquecentesima volta in cui qualcuno gli ha chiesto “Scusi, don, ma che cosa sarebbe una nasca?” ha sbiellato di brutto. Almeno, questa è la spiegazione che mi sono data io. Naturalmente Bertone, sempre avanti a tutti in materia di delirio ben organizzato, ha subito ripreso e diffuso, dando ordine che gli sproloqui del parroco delle nasche vengano girati a tutte le parrocchie. Del mondo, immagino, non so. “Excuse me, father, I read your article and I’ve got a question: what’s a nasca, exactly?”
Ma, in fondo, a noi non importa. Parliamo di pedofili, invece. Questo problema su cui esperti di tutti i tipi dibattono da anni: criminologi, psichiatri, psicologi, avvocati, filosofi, elettrofisiologi, giudici… i preti no. Di solito loro sono l’oggetto del dibattere, se non del dibattimento. Direte che non c’entra niente, ma se avete un minimo di pazienza vi dimostrerò che non è così. Ma dicevamo: la pedofilia. Tutti gli esperti di cui sopra si sono scannati per anni (che esperti sarebbero, altrimenti?) sulle origini, le cause, le conseguenze, i significati intrapsichici, ecc. ecc. della pedofilia. Su una cosa nessuno ha mai sollevato obiezioni, ovvero sul fatto che nel concetto di pedofilia fosse incorporato il significato “philia”, appunto. Para-filia, per i più conservatori, filia e basta per le associazioni di pedofili. A costo di sembrare ridondante, vorrei soffermarmi sul fatto che in questo ambito “filia” ha una connotazione sessuale. I pedofili non sono persone a cui piacciono i bambini in generale. Ai pedofili piacciono in modo sessuale. Quello che poi ci fanno con questa pulsione ora esula dal discorso. Questo per dire che non esiste una “pedofilia morale”. È un concetto privo di senso. L’unico campo a cui la pedofilia si applica è quello sessuale, e quindi psicologico, mentale, intrapsichico che dir si voglia. Non confondiamoci.
Quando diciamo: “scoparsi i bambini è immorale” non stiamo “applicando” la pedofilia alla moralità. I due concetti non sono incorporabili, così come non esiste una bigamia psicologica o una eterosessualità morale. Lo puoi dire, ma non significa niente. “Sono moralmente eterosessuale.” Per trovargli un senso devi ricorrere alla retorica, e dieci persone troveranno dieci significati diversi. Fine della parentesi semantica e torniamo ai pedofili e ai preti. Tautologia, direte, sorridendo. Sì, sono certa che il povero parroco nelle nasche non ci abbia pensato (ma Bertone sì), ma il suo discorso torna proprio bene per creare confusione a vantaggio dei soliti loschi figuri. Ecco il ragionamento: Una certa fetta della popolazione ormai pensa che molti preti siano pedofili, come fidarsi di loro? Ma ecco che viene introdotto un nuovo concetto, quello della pedofilia morale, crimine abbietto della società sui bambini (strumento d’offesa: Halloween). Chi può difendere i bambini dalla pedofilia morale? I preti. Che forse non andranno forte in caso di pedofilia simplex (strumento d’offesa: pene o altro tramite sessuale), ma contro le cose amorali sono i detentori del copyright.
Un po’ come dire: va bene, noi vi molestiamo i bambini, ma attenzione, esistono molestie molto più gravi e subdole che la società moderna può infliggere ai vostri figli, e noi siamo gli unici in grado di difenderli! Ragionamento demenziale quasi come quello della pedofilia morale, ma che (per questo) farà proseliti. A questo punto vorrei aprire una parentesi. Le associazioni di pedofili propugnano da anni questo argomento: ci sono orientamenti sessuali diversi dall’eterosessualità. Ad esempio ci sono gli omosessuali, che fino a poco tempo fa erano perseguibili penalmente. Tra due secoli anche essere pedofili sarà considerato un orientamento sessuale come un altro. Perché non farlo subito? E poi noi “amiamo” i bambini (e a loro piace, quegli sporcaccioni!). Anche ad Atene… ecc. ecc. Naturalmente saprete che questo discorso fa incazzare di brutto le associazioni gay in quanto rischia di far passare nell’opinione pubblica l’idea che gay=pedofilo, opinione già presente nelle fasce più ignoranti della popolazione («Era un pedofilo “gay”, gli piacevano i bambini maschi!» Come se il punto della questione fosse il sesso del bambino). Fa piacere constatare che associazioni pedofile e Chiesa Cattolica (gemellate contro il nemico comune, il paganesimo?) adoperino tecniche simili: la pedofilia morale da un lato, l’omosessualità pedofila dall’altro.
Quando si incontreranno al centro ci saranno dei problemi. Naturalmente niente a che vedere con la gravità di Halloween. Halloween, infatti, avverte don Bruno, “è una festa dove le componenti religiose sono state eliminate.” Sarebbe a dire: peccato mortale. E aggiunge: “i mandanti di questo carnevale d’ottobre sono gli stessi che stanno cercando di bombardare, con stile politically correct, la religione in sé e quella cattolica in particolare. […] (I mandanti sono) esoterismo, lobby politiche e filosofiche che lavorano per svilire il senso del sacro e il rispetto che gli si deve e che hanno quali prede preferite i bambini.”
Ho controllato sul dizionario. Ho trovato solo “nasco”: (dal sardo nasco, 1907) sm. vitigno coltivato in Sardegna║ il vino bianco aromatico che se ne ricava.
-
Nessun commento:
Posta un commento