Per ridurre la differenza nell’accesso a internet è una delle tecnologie più promettenti è il wimax: da pochi giorni è stata ufficialmente riconosciuta come uno standard di terza generazione per le comunicazioni mobili dall’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu). È nella stessa categoria del cdma, alla base dell’umts. Secondo le previsioni il mercato per la vendita delle licenze wimax in Italia potrebbe aggirarsi tra i cento e i duecento milioni di euro. Una cifra limitata se paragonata al tesoro incassato dallo Stato per l’asta umts. E l’autorevole rivista Wimaxday sottolinea la scarsa trasparenza sui limiti del servizio per gli utenti finali: c’è il rischio che questa tecnologia sia sfruttata soltanto per colmare la copertura della rete fissa, ma non sono chiari i limiti normativi per l’utilizzo in mobilità.
Se in Europa il 18 per cento delle persone accedono alla banda larga fissa di elevata qualità a 144mila bit al secondo, in Italia questa percentuale si riduce di due punti: lo sottolinea una rilevazione dell’Unione europea (in pdf). Il record mondiale è della Corea del Sud dove si connettono ad alta velocità 2,5 individui su dieci.
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