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martedì 30 ottobre 2007

Danza, musica e recitazione: le tre anime del teatro.

(Il Messaggero) Un contatto diretto tra attore e spettatore, un'emozione rafforzata dalla contemporaneità, un brivido regalato dall'improvvisazione e dall'imprevisto della diretta. Tutto questo è il teatro che, come la sua stessa etimologia specifica, è l'arte che nasce dal “guardare”. Recitazione, danza, musica, s'intrecciano sullo stesso palco per animare il gioco di scambi tra gli interpreti e il pubblico. Per questo motivo, da 25 anni, il teatro Due organizza il “Teatro festival Parma “, una rassegna che dà spazio e visibilità a tutte le arti teatrali.

Quest'anno, fino al 3 novembre, otto compagnie con oltre 200 artisti provenienti da Italia, Germania, Francia, Ungheria, regaleranno cinque ore di spettacolo giornaliero. Eimuntas Nekrosius, Christoph Marthaler, Frédèric Flamand, Alvis Hermanis, sono solo alcuni dei grandi artisti ai quali il “Teatro festival Parma” ha dato una riconoscibilità internazionale. Il pubblico viene così avvicinato a tutte le espressioni artistiche che si esplicano su un palco, imparando a conoscere e apprezzare opere di un certo spessore culturale e di avanguardia.
Recitazione. Mercoledì 31 ottobre, si avrà sul palco del teatro Due Una serata con Angela Winkler. Canzoni e poesie, scritta e interpretata dall'attrice tedesca che si esibirà in pièces di Brecht-Weill-Eisler, Else Lasker-Schüler, Ingeborg Bachmann e Shakespeare, trasformandosi in personaggi sempre nuovi. La versatilità della Winkel (nella foto), che nell'arco della sua carriera è passata con disinvoltura dal teatro al cinema e viceversa, lasciando sempre il segno per bravura ed eleganza, riesce ad accompagnare l’ascoltatore in un viaggio molto particolare.

Danza. Dalla recitazione si passa alla danza con la compagnia tedesca CafeAda che si esibirà, il prossimo 3 novembre, in Autant en emporte le temps, con le coreografie di Malou Airaudo e Jean Laurent Sasportes. L'investigazione sul proprio io e le domande incessanti sulla propria esistenza, hanno ispirato i due coreografi-registi. Ne è nato uno spettacolo che, tra scenari bizzarri e immagini grottesche, porta in scena ballerini che sentono sul loro corpo l'inesauribile scorrere del tempo e cercano di trasmettere, con l'energia dei loro passi, la sensazione dell'intricato groviglio di successi, disfatte, ricordi e desideri lasciato su di noi dal tempo. Con il solo linguaggio del corpo ogni personaggio disegna una fase diversa della vita dell’uomo e le rispettive emozioni, interpretandone il mistero, l'ironia e il dramma esistenziale.

Teatro. La compagnia teatrale ungherese Katona József Színház si esibirà in Ledaralnakeltüntem (Mi tritano e sparisco) di András Vinnai e Viktor Bodó, il 2 e 3 novembre prossimi, tratto da Il processo di Franz Kafka. È il più rinomato teatro ungherese che ha realizzato un'opera quasi metalinguistica, nella quale con l'arte teatrale si esplorano i possibili significati del teatro stesso. Un giovane innocente, Josef K., è condannato ad essere escluso dalla società. Arrestato e rinchiuso in prigione, crede di essere vittima di uno scherzo di cattivo gusto, ma presto si rende conto che la sua situazione è tutt’altro che divertente. Gli amici di K. sono paranoici, gli avvocati che lo giudicano sono pazzi erotomani e le donne che cerca di aiutare sono dei meri oggetti. Durante il processo, Josef K. si impegna ad andare sempre più in profondità, per assistere infine solo alla sua esecuzione, alla quale arriva completamente fuori di senno, cantando e ballando.
Nel testo dell'opera, ci sono anche riferimenti a Il Castello, alle lettere e ai diari di Franz Kafka. E ancora appaiono ispirazioni ai testi di autori contemporanei a Kafka, citazioni di film hollywoodiani, slogan pubblicitari e stralci delle dottrine psicoanalitica e marxista. Il canto e la danza degli attori si fondono bene con numeri da circo e da cabaret.

Gli altri spettacoli. È tratto da Marx a Soho di Howard Zinn Il Marx a Parma il 1 e il 3 novembre, di Giancarlo Nanni. L'autore ha messo in scena questo divertente testo del grande storico americano in una forma antiteatrale. Un territorio di sperimentazioni è quello denominato Prototipi, in cui convergono strade inesplorate, sentieri di studio e ricerca. Ne fanno parte Il Capitano Nemo di Paolo Fabbri e A porte chiuse di Jean-Paul Sartre, entrambi il primo novembre.

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