Nell’arco delle due ore non avverrà alcuna interruzione pubblicitaria, questo proprio per permettere agli spettatori di godere appieno di un’opera, Il sergente della neve, che racchiude in sè un’esperienza tragica, una vicenda storica vissuta in prima persona da Rigoni Stern che rimane dolorosa anche a distanza di oltre sessant’anni e che si è lasciata alle spalle oltre 30mila morti.
Ambientato nell’inverno 1942-43, il diario autobiografico affronta uno degli episodi più drammatici nella storia del nostro esercito: la ritirata dei soldati attraverso la taiga russa.
Pubblicato per la prima volta nel 1953, il libro colpisce per la forza della testimonianza e la verità umana che emerge dall’analisi essenziale e priva di retorica degli avvenimenti. Attraverso la propria esperienza, Rigoni Stern racconta il dolore e l’inutilità della guerra, il freddo, la paura, la fame. Un’analisi toccante che rievoca certi momenti d’umanità, come nel caso dell’incontro coi soldati russi in un’isba ove nemici dividono il cibo con nemici, in un clima di pace e serenità.
Tutta la giornata del 30 ottobre, spiega Antonio Campo Dall’Orto a La Stampa, sarà dedicata allo spettacolo di Paolini:
“Sarà un po’ come portare l’acqua a un corridore durante una lunga corsa. Trasmetterò uno speciale di Atlantide, documentari, un film e una puntata di 8 e 1/2 che porterà il testimone sino alle 21,30, quando comincerà Il sergente. Giuliano Ferrara ha voluto conoscere Paolini, ha parlato con lui del Sergente, alla fine ha deciso di fare qualcosa di speciale, non so che cosa, sarà una sorpresa per tutti”
Da non perdere, sia per l’intensità dell’opera portata in scena, che per la bravura dell’interprete, Marco Paolini, già apprezzato narratore de Il racconto del Vajont che nel 1995 ha vinto il Premio Speciale Ubu per il Teatro Politico, nel 1996 il Premio Idi per la migliore novità italiana e nel 1997 l’Oscar della televisione come miglior programma del 1997 per la realizzazione dello spettacolo in diretta nell’anniversario della strage del Vajont.
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