Sequestrato il computer di un uomo di 40 anni con collegamenti a siti sospetti.
(Diana Pompetti - Il Centro) La procura indaga su una vicenda di pedopornografia, ancora tutta da chiarire. Nell’inchiesta del sostituto procuratore Laura Colica c’è un indagato, un teramano di 40 anni, a cui è stato sequestrato il computer. Nel pc, durante una perquisizione domiciliare, sono state trovate tracce di collegamenti ad alcuni siti pedofili e alcune foto. Sul materiale è stata disposta una perizia, i cui risultati dovrebbero essere pronti tra qualche settimana.
L’inchiesta, avvolta in uno stretto riserbo, è partita dopo alcune segnalazioni fatte proprio nei confronti dell’uomo. Successivamente sono partiti i primi accertamenti e sono scattate le perquisizioni. E’ stato proprio nel corso di una di queste che è stato trovato il computer. Agli investigatori è stato sufficiente dare un’occhiata per capire che nel pc c’era qualcosa di sospetto. E’ scattato il sequestro e ora saranno degli esperti a stabilire con esattezza le modalità di collegamenti a siti pedofili. Obiettivo degli investigatori è anche quello di verificare se l’uomo abbia agito per conto proprio o in qualche modo sia legato a qualche organizzazione criminale, di quelle che agiscono a livello internazionale e che provvedono a scambiarsi su siti particolari foto pornografiche di bambini e notizie varie. Non è la prima volta che si verificano casi di questo genere.
In passato, infatti, varie indagini, in particolar modo quelle condotte a livello nazionale e regionale dalla polizia postale, hanno portato alla luce veri e propri traffici di immagini pornografiche di minori fatte da un capo all’altro del mondo. E in rete avviene un vero e proprio commercio di immagini, che ormai da tempo le forze dell’ordine stanno cercando di fronteggiare e combattere con operazioni continue.
Risale a qualche settimana fa la notizia di un uomo inglese arrestato in Tailandia grazie proprio ad un’operazione congiunta di investigatori di più Paesi, che ormai da tempo seguivano le sue mosse. In rete, infatti, per anni l’uomo era riuscito a portare avanti un turpe commercio di immagini pornografiche di bambini e minori. Per questo genere di reati la legge prevede una reclusione fino a tre anni.
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