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martedì 30 ottobre 2007

Clinton visto da Ford: «È malato di sesso».

In un libro i ricordi dell'ex presidente repubblicano. «Bill ha bisogno di cure. Hillary? Moglie sofferente. Ma forse è presto per una leader donna».

(Ennio Caretto - Il Corriere della Sera) «Bill Clinton è malato di sesso, dovrebbe farsi curare in una clinica specializzata». Così Gerald Ford, il presidente degli Stati Uniti dall'agosto 1974 al gennaio '77, dichiarò al giornalista Thomas DeFrank del Daily News nel '99. «È davvero malato — ripeté Ford —, ha bisogno di cure». La moglie Betty gli diede ragione: «La cura c'è, le cliniche ci sono — affermò —. Un mucchio di uomini sono riusciti a liberarsi da questa ossessione. Il vizio del gallismo si combatte con successo. Ma Clinton è in stato di diniego». Nel lungo colloquio con il giornalista, i coniugi Ford non definirono Clinton, allora inquilino della Casa Bianca, un maniaco sessuale. Ma non gli risparmiarono le critiche per la sua tresca con la stagista Monica Lewinsky, che provocò una crisi politica che paralizzò l'America. «La prima volta che lo incontrammo, nel '93 — sottolineò Ford — ci accorgemmo subito di quanto Clinton fosse donnaiolo. Nessuna bella ragazza sfuggiva al suo sguardo. Non era molto sottile. E sì che in famiglia era Hillary a portare i calzoni. Era molto più forte e più dura di lui. Comandava lei». DeFrank ha raccontato di Ford, morto circa un anno fa, e della coppia «Billary» in un libro appena uscito in America, dal titolo Scrivilo quando me ne sarò andato, che potrebbe ripercuotersi negativamente sulla campagna elettorale di Hillary. Il titolo è dello stesso Ford, che per oltre trent'anni confidò al giornalista molte cose a patto che le rendesse pubbliche solo dopo la sua morte. DeFrank rivela che allo scoppio dello scandalo della Lewinsky, Clinton telefonò a Ford, chiedendogli aiuto perché il Congresso intendeva incriminarlo per falsa testimonianza (aveva più volte negato la tresca).

Ford gli propose un compromesso: «Suggerisci che ti censurino, invece di incriminarti. Ammetti la tua relazione con la stagista e chiedi umilmente scusa a tutta la nazione». «Non posso farlo — rispose Clinton — per via della mia famiglia e della mia carica». Un errore, secondo Ford: Clinton sopravvisse allo scandalo, ma indebolì la candidatura del suo vice Al Gore, sconfitto da Bush nel 2002. Il ritratto di Clinton maniaco sessuale si scontra però con quello di Clinton leader politico. Ford lo considerava ancora più carismatico di John Kennedy (altro impenitente dongiovanni): «un superbo piazzista », lo definì, e gli mosse un unico rimprovero, di essere «un debole» in politica estera. Ma anche in questo campo, concluse, «sta imparando in fretta e bene». L'ex presidente repubblicano fu cavalleresco con Hillary, «una buona madre e una moglie sofferente », ma non molto ottimista sulle sue possibilità di riconquistare la Casa Bianca: «Ha grande talento e sono sicuro che si candiderà nel 2004 o nel 2008. Ma mi chiedo se l'America sia pronta per un presidente donna». Un interrogativo a cui per ora il Paese sembra rispondere positivamente, anche se la strada di Hillary è piena di trabocchetti come il malizioso Scrivilo quando me ne sarò andato.

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