Dopo l’incontro tra i due leader politici nei corridoi del Parlamento gira una voce: “Fini ha dato a Veltroni il contentino dell’accordo sulle riforme costituzionali, perché sa bene che non ci si arriverà mai…”. Anche perché la realizzazione delle riforme istituzionali passa necessariamente per la durata del governo Prodi: infatti per fare le riforme sarebbe necessario almeno un anno e mezzo (cioè, secondo la Costituzione, due passaggi tra Camera e Senato a distanza di tre mesi l’uno dall’altro).
Tempo che An non sembra disponibile a concedere all’esecutivo. La prova? Ecco il commento, tra il serio e faceto raccolto da Panorama.it del capogruppo alla Camera del Partito Democratico, Antonello Soro: “Fini concede un anno e mezzo al governo? No… di più. Questo governo non cade e non si può andare a votare se prima non si fanno le riforme che daranno efficienza al sistema Paese”.
Scavando nelle parole del leader di An si scorgono insomma parecchi dubbi. Fini, al termine dell’incontro ha spiegato: “A Veltroni abbiamo detto che il dialogo sulle riforme non è per An sostegno o benevolenza al governo Prodi”. Come a dire: dialogo sì, prolungamento della vita del governo no.
Veltroni, ed è un po’ il suo marchio di fabbrica, ha fatto sfoggio di ottimismo: “L’elemento più importante dell’incontro con Fini è che si è registrato un accordo su due punti decisivi: riforme costituzionali e nuova legge elettorale vanno di pari passo”. E ancora: “Con Fini c’è stata la convergenza sul pacchetto di riforme istituzionali, all’esame della Camera, su tutti i punti fondamentali: riduzione del numero dei parlamentari, più poteri al premier, superamento del bicameralismo perfetto”. Sulle riforme istituzionali si tratta di un’intesa reale. Ma non praticabile. Mentre sull’inscindibilità di cambiamento della legge elettorale e riforme si tratta di un’intesa sulla carta. Non a caso Fini si è subito affrettato a spiegare: “Se cade il governo Prodi, si va a votare con l’attuale legge elettorale”.
E proprio sulla legge elettorale i due leader di partito non hanno trovato l’accordo. Anzi, Fini ha spiegato il suo no al “Vassallum”, cioè alla proposta di Veltroni: “Non condividiamo affatto la proposta di Veltroni, il ‘Vassallum’, perché non è corrispondente con le esigenze di Alleanza nazionale: non contestiamo la legge elettorale in senso proporzionale, quello che conta è che l’elettore possa scegliere il partito, la coalizione, il programma e il candidato premier”.
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