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martedì 27 novembre 2007

La situazione di Celentano è stabile: provocazioni, musica e pubblico diviso.


(Panorama) Minimalista. Senza pubblico. Con spalle d’eccezione (Fabio Fazio e Laura Chiatti). Una sola puntata. E 9,2 milioni di telespettatori (pari al 32,9% di share, contro il 46% del precedente Rockpolitik) catturati da La situazione di mia sorella non è buona, il nuovo show di Celentano. Che forse non soddisfa le aspettative della Rai, ma come al solito fa discutere.

Poco più di un’ora e mezza di canzoni e provocazioni, un appello agli ultrà perché depongano le armi e divengano motore della “rivoluzione” e l’invito a Berlusconi a “voltare pagina, a fare una rivoluzione dentro di te, a dare un segnale che non sei più quello di ieri”. Fino a fermare gli architetti kamikaze e i progetti della Moratti e tutto ciò che è contro la natura. “Se non lo farai non sarai un ‘ultra’ e il tuo partito” conclude Celentano “invecchierà quando meno te lo aspetti”.
Il ritorno in video del Molleggiato è insomma un clichè che piace: il quarto piano della Rai come una sala d’incisione, lui al centro, il crocefisso al collo, un camicione a righe, gli stivaletti storici e tutt’intorno, come discepoli, i suoi musicisti. Nessun terremoto, ma Adriano Celentano cambia ancora registro: uno scenario anni ‘60, con Bella e Mogol e tante chiacchiere. Tra un silenzio e l’altro, a far saltare la noia, lui butta lì le sue bombe: sulla guerra, sul nucleare, sui piani del comune di Milano, sugli architetti kamikaze, sugli ultrà.
Il mistero è svelato (e anche un po’ scontato). La sorella Maria non c’entra niente. È la situazione del pianeta, della politica, dell’economia a non essere buona. Si salva solo Prodi, che forse: “è sulla strada giusta, fa promesse che si possono attuare ma il popolo non gradisce”.

Va un po’ meglio alla musica. Almeno qui: fanno la loro comparsa, a fianco del “predicantante”, Carmen Consoli, Francesco Tricarico, Ludovico Einaudi, Stefano Di Battista, tutto come era stato annunciato, ma tutto un po’ diverso: un trionfo dell’arte italiana.
Già, la musica. Come suonava Baccini: Adriano, è meglio che canti. O sono meglio le sue prediche? Il dilemma rimane. Insomma, Il re degli ignoranti in video fa sempre un certo effetto…

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