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martedì 27 novembre 2007

Marocco: Presunte nozze "gay". Scontri con la polizia causati dalla furia islamica.

10mila fedeli assaltano casa 'sposi', scontri con polizia.

(Apcom) - Se l'episodio fosse vero, non si potrebbe dire che sia mancato loro il coraggio: due gay marocchini della città di Qasr al Kabir, nel nord del regno nordafricano, avrebbero tenuto nozze pubbliche, provocando l'ira islamica di diversi fedeli, questa certamente reale, che venerdì scorso hanno scatenato la violenza, mettendo a soqquadro la città. Lo racconta oggi il quotidiano al Quds al Arabi.
Il giornale riferisce che venerdi scorso "alla fine della preghiera, 10mila fedeli usciti dalle moschee hanno messo a ferro e fuoco la città". L'obiettivo principale della furia islamica è stata - scrive al Quds al Arabi - "la casa degli sposi che si sono messi in salvo per miracolo, mentre solo l'intervento della polizia ha evitato il saccheggio del negozio di un orefice accusato di avere sponsorizzato le nozze blasfeme". La situazione nella città è tuttora tesa e si teme che si possano ripetere episodi di violenza.
Tutto, secondo il giornale, sarebbe iniziato con un presunto matrimonio pubblico tra gay celebrato dieci giorni prima. I due "sposi" avrebbero celebrato la loro unione in grande stile. Tra l'altro avrebbero organizzato un enorme banchetto nuziale, al quale si sarebbero presentate decine di gay "di ambedue i sessi", scrive al Quds al Arabi. Particolarmente grave, secondo i "vendicatori", sarebbe stato il fatto che una pattuglia di polizia, sul luogo per mantenere la sicurezza per i convitati si sarebbe addirittura unita alle libagioni.
I quotidiani locali hanno denunciato in maniera molto pesante il matrimonio - omosessuale sì, ma "in perfetto stile maghrebino" - tra la sposa, Fuad, e il suo novello sposo, le cui generalità sono rimaste ignote. A rendere ancora più riconoscibile il povero Fuad, inoltre, i giornali hanno sottolineato che di mestiere fa "il venditore di alcol", un lavoro considerato ignobile per un musulmano.
"Il primo giorno, come prevedono i costumi nuziali marocchini, è cominciato con il tradizionale scambio dei doni. Lo sposo, che offre una statuetta di un toro, gli organi genitali del quale sono annodati da un fazzoletto di stoffa verde", racconta al Quds al Arabi. La 'sposa' (cioè Fuad), che non avrebbe voluto - secondo il giornale - farsi mancare un abito nuziale nel vero senso del termine, avrebbe accettato il dono tra le grida di giubilo dei presenti. Poi, avrebbe rotto la statuetta all'altezza del fazzoletto di stoffa, secondo i costumi definiti tradizionali dal quotidiano. Nel secondo giorno, poi, il banchetto.
Il tam-tam della rabbia islamica è durato giorni e si è diffuso attraverso gli SMS dei telefonini e i forum di discussione del web. I dettagli della cerimonia sono stati gonfiati e probabilmente inventati, tanto da rendere difficile capire davvero cosa le vittime dell'assalto abbiano fatto. I fanatici hanno fatto partire i disordini proprio il venerdì, dopo la preghiera.

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