(Milano 2.0) A volte ci stanno intorno chiedendo silenziosamente aiuto e nemmeno ce ne accorgiamo. La vita scorre, veloce, troppo per qualcuno, e noi prestiamo troppa poca importanza. Essere giovane non è facile, ancora meno stare nella fascia d'età tra i 11 e 25 anni. All'inizio si è troppo piccoli e sperduti, poi le cose cambiano rapidamente e persi è fin troppo facile.
E' allora che succede qualcosa di inspiegabile, è li che si insidia l'emergenza del suicidio giovanile, che ha il suo picco di tragedia intorno ai 16 anni, quando invece di morire si dovrebbe pensare a tutta la vita che ancora si ha davanti a sè, quando si dovrebbe essere spensierati, ma non tutti ci riescono.
L'ospedale Fatebenefratelli e l'associazione Amico Charly hanno studiato da vicino l'allarmanante fenomeno sociale, di cui la Lombardia detiene purtroppo il primato più alto in Italia e anche a livello europeo. In particolare tra Milano e provincia sono circa 20 mila i ragazzi a rischio, tra chi ha in mente un ipotetico suicidio e chi già ci ha provato sul serio a togliersi la vita.
Per questo, circa un anno fa è stato avviato un progetto di prevenzione, indispensabile a offrire le giuste cure mediche e psicologiche ai ragazzi, ma anche il supporto necessario alle loro famiglie, che nellla maggioranza dei casi non sanno come comportarsi in una situazione così drammatica. I parenti vengono affidati al Centro Crisis dell'associazione Amico Charly, attivo in questo senso già da qualche anno e i risultati si vedono, sono 170, infatti, tra giovani a rischio e famiglie, le persone che fanno riferimento al centro. La Regione ha stanziato a favore del progetto 450 mila euro per tre anni e ad oggi sono già stati assistiti 16 ragazzi, la maggior parte dei quali minorenni e troppo spesso al secondo tentativo di suicidio.
Ma cosa spinge ragazzi così giovani a un gesto così estremo? Alla base della stragrande maggioranza dedi casi c'è un chiaro disturbo psichico, depressione o disturbo della personalità, ma anche la droga ha il suo peso, nel 20% dei casi l'uso o abuso di cannabis e cocaina aumenta la propensione al suicidio. Problemi che si accumulano e spesso la via che si segue per risolverli porta a risvolti spiacevoli. Gli esperti che seguono il recupero di questi giovanissimi lo sanno bene e per fortuna non sono dimenticati, ma anzi aiutati a tornare nella società cosiddetta "normale".
Nessun commento:
Posta un commento