Quindi Forza Italia non muore e il nuovo partito (Pdl o Ppl, la scelta nel fine settimana) sarà un network di cui faranno parte i partiti della Cdl, i circoli e chi vorrà entrare della società civile. I maligni, e pure molti alleati, sostengono che a Silvio Berlusconi siano stati messi sotto il naso i sondaggi che, da solo, non lo vedevano vincente. D’altra parte non avrebbe potuto prendere il 51%, visto che anche le rilevazioni più rosee lo davano al 37%. E allora dopo giorni di grande fibrillazione tra gli azzurri, mercoledì mattina di buon ora è stata decisiva una riunione a palazzo Grazioli con i vertici del partito. Il punto di riferimento della nuova formazione sarà il Partito popolare europeo, e ci sarà un direttivo costituente al quale prenderanno parte tutti i leader e i segretari dei partiti che vorranno confluire nel Pdl in proporzione alla consistenza dei partiti stessi e, a fianco e in un secondo momento, ci sarà un esecutivo più ristretto.
Come spiegare l’ammorbidimento del Cavaliere? Il riformatore liberale di Forza Italia, Benedetto Della Vedova, prova a decriptare per Panorama.it l’ultima mossa del Cavaliere: “C’è un momento per accelerare e un momento per approfondire il dialogo e il progetto. Ieri Berlusconi ha approfondito il dialogo”. E solo così si può spiegare la mutazione dal Berlusconi-capopopolo di Milano fino a quello che a palazzo Grazioli ha tracciato la road map del futuro centrodestra ai suoi fedelissimi.
Uno che a Berlusconi parla e dà consigli, il segretario del Partito Repubblicano, Francesco Nucara, a Panorama.it spiega: “Ai più potranno sembrare tentennamenti e giravolte del Cavaliere. Ma lui il disegno c’è l’ha ben chiaro in testa. Il partito nuovo lo vuole fare e con quest’ultima decisione ha voluto dare la possibilità a Fini e Casini di rientrare”. Un pensiero, quello del leader repubblicano, che sembrerebbe confermato proprio dalle parole del leader del centrodestra, che ieri a passeggio per Roma ha dichiarato: “Spero che possano entrare anche An e Udc”.
Ma Berlusconi si è convinto da solo? Probabilmente le trattative hanno avuto una parte importante. Sempre Nucara rivela: “Diciamo che l’uscita di ieri è il frutto del lavoro delle diplomazie che lavoravano dal giorno della svolta del predellino di San Babila”.
Il lavorìo della diplomazia è confermato a da uno dei colonnelli di Alleanza Nazionale, Maurizio Gasparri: “Mi sembra normale che si cerchi un recupero. Sono gli elettori che ci vogliono tutti insieme”. Poi Gasparri lancia una mano tesa: “Per ora c’è ancora troppa confusione. Ci vorrebbe un tavolo politico per fare chiarezza nel centrodestra”.
Una diplomazia che però il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, non ha colto: ieri dopo il vertice con Walter Veltroni (che venerdì 30 vedrà anche il Cav.), si è lasciato scappare una battuta dal sapore anti-Cav: “Preparatevi al colpo di scena ragazzi: domani salgo sul tetto della Camera e fondo qualcosa…”. Ma Casini non è stato il solo: Gianfranco Fini a Matrix ha sbarrato la strada di un eventuale ritorno a palazzo Chigi di Berlusconi: “Non è detto che sarà premier”.
Chi invece se la rideva ieri erano gli azzurri. Molto più rilassati che nei giorni precedenti: sui divanetti del Transatlantico di Montecitorio, affollatissimo di deputati che votavano la fiducia sul welfare, dove normalmente si siedono gli onorevoli di Forza Italia, i sorrisi si sprecavano.
E fiorivano le leggende su una Michela Vittoria Brambilla molto arrabbiata: alcuni sostengono di averla vista in un bar del centro di Roma che sbraitava contro la decisione antiscioglimento di Forza Italia. Più di un deputato ha sogghignato: “Ma come poteva la segretaria di Confcommercio pensare di poter sciogliere un partito del 30%…”
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