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venerdì 30 novembre 2007

Patricia Cornwell, Miss bestseller si confessa. "Ora sono felice: Ho sposato la mia donna".

(Cassandra Jardine - Telegraph Group; La Stampa) Nell’albergo di Londra dov’è scesa, Patricia Cornwell - la scrittrice che vende più libri al mondo dopo JK Rowling - è guardata a vista da un numero impressionante di guardie del corpo. Ce ne sono nella lobby e ce ne sono davanti alla porta della sua stanza. Quando vengo ammessa, mi dice: «Non è per paura. È che non vogliono finire in una situazione in cui sarei vulnerabile».

Mi occorre un po’ di tempo per capire che cosa intenda, perché è forte la tentazione di pensarla coriacea come la Kay Scarpetta dei suoi libri, il quindicesimo dei quali - Book of the Dead - è appena stato pubblicato. La dottoressa Scarpetta è un medico legale che indaga sui delitti più efferati. «Un’intellettuale elegante, con sentimenti profondi», dice Cornwell. E poiché ammette di essere un po’ come lei, suggerisce profondità nascoste in una scrittrice che può anche sembrare d’acciaio. Ha cominciato la sua carriera come cronista di nera, acquisendo una familiarità con gli obitori come altri con i supermercati. Pilota elicotteri, corre in motocicletta e non molla mai le sue prese. Forse aveva bisogno di questa grinta: è così piccola che, seduta sul sofà, non tocca terra con i tacchi degli stivali. Ma è più calorosa e più amichevole di quanto non mi aspettassi.

Forse è il nuovo sviluppo della sua vita: da due anni ha una vita familiare. L’ultima avventura di Scarpetta è dedicata alla «Dr. Staci Gruber, professore associato in Psichiatria alla Harvard Medical School e direttore associato del Laboratorio delle neuroimmagini cognitive all’ospedale McLean». La competenza professionale della dottoressa Gruber è evidente nei dettagli scientifici del libro, ma il rapporto fra le due donne è assai più che professionale. Nel febbraio 2005 le due si sono unite in un matrimonio omosessuale, da poco permesso nel Massachusetts.

Cornwell non è mai stata una paladina delle donne gay. Quando le chiedo di confermare il suo matrimonio, si limita a rispondere: «Sì». Quando però le chiedo come questo abbia cambiato la sua vita, fa una piccola pausa, poi si svela come mai aveva fatto prima: «Come Scarpetta, finalmente mi sono radicata da qualche parte e provo un senso di responsabilità e stabilità mai provato prima. Dal mio divorzio, nel 1988, non avevo più avuto una relazione lunga ed è dura vivere così. Stare con una persona intelligente, che ti dà buoni consigli, aggiunge alla vita elementi meravigliosi. È successo così: un giorno sono andata al Centro ricerche neurologiche di Harvard e sono stata indirizzata alla dottoressa Gruber. Incontri qualcuno quando non cerchi... Non mi sono mai pronunciata a favore dei gay, ma adesso tendo a essere più aperta, perché trovo vergognoso il modo in cui si è trattati».

Racconta che c’è un movimento per cambiare la Costituzione americana in modo da proibire le unioni omosessuali. Chi lo appoggia sostiene che, se venisse permesso il matrimonio tra gay, il prossimo passo sarebbero le nozze con gli animali. «Sposare il tuo cane, ma che pazzia è mai questa? Io non faccio nulla di illecito. Pago le tasse, regalo milioni in opere di bene, perché mai devo essere considerata da meno degli altri? Sono i cristiani conservatori, con tutti i loro divieti».

Cornwell li conosce bene perché è cresciuta in mezzo a loro. Il giorno di Natale del 1961, quando aveva cinque anni, suo padre, un avvocato, se ne andò di casa e «poco dopo mia madre si trasferì da Miami in quell’ambiente evangelico conservatore del Nord Carolina dominato dal predicatore Billy Graham. Ero l’unica figlia di divorziati di tutta la scuola. Mi facevano sentire una peccatrice. Ero isolata». Le cose peggiorarono quando la madre cadde in depressione e la giovane Patsy Daniels - come si chiamava allora - fu affidata a una donna sgarbata, che non le permise neppure di portare con sé l’adorato cagnolino. All’epoca non si era resa conto di avere tendenze omosessuali perché non aveva idea che anche le donne potessero essere gay.

«Sapevo di essere in qualche modo diversa perché, quando un ragazzo mi chiedeva di uscire, non mi esaltavo come le altre. Ma solo all’Università ho incontato donne gay». Studiava inglese al Davidson College nel North Carolina e cominciava appena a analizzare i suoi sentimenti quando «mi innamorai sinceramente del mio professore»: Charlie Cornwell, che aveva 17 anni più di lei. Dopo dieci anni insieme, lei lo lasciò.

Nel 1990 pubblicò il suo romanzo d’esordio, Postmortem. «È stato solo successivamente che ho avuto il mio primo incontro gay, del tutto causale: divenni molto amica di una donna e la cosa andava avanti. Allora mi dissi: oh oh, ma continuai a uscire con uomini, speravo che semplicemente non avessi ancora incontrato quello giusto. Non volevo che fosse vero. Ero stata educata a pensare che gli omosessuali sarebbero andati all’inferno perché erano dei pervertiti. E non volevo che la gente sparlasse di me. Non è divertente non potersi tenere per mano in pubblico e preoccuparsi che qualche razzista ti segua con il suo pick-up per farti vedere com’è un vero uomo».

Per anni mantenne segreti i suoi amori gay, finché a rivelarli furono due persone che, secondo lei, erano gelose del suo successo. Poi, nel 1997, ci fu il processo Bennett, un ex agente Fbi che aveva tentato di uccidere la moglie perché quest’ultima aveva avuto una storia con la Cornwell.

Dopo tutto ciò, si potrebbe pensare che adesso la scrittrice sia sollevata di essere apertamente sposata. E invece no. Non del tutto. «Vivo in una società dove, se sono invitata come ospite d’onore, non mi chiedono di venire accompagnata. Ai pranzi, vedo che la metà delle persone sedute ai tavoli odiano i gay. Ovunque vada, si mormora. Sarebbe ben diverso se mi presentassi con un bel marito grande e grosso. Magari la società cambierà».

In America, però, al momento non ne vede i segni, così si tiene stretta la sua guardia di sicurezza e si concentra su scienze forensi, trame intricate e personaggi impertinenti. Per molti aspetti Kay Scarpetta è come lei vorrebbe essere: più «intelligente» e meno «volubile». Ma intanto i nuovi sentimenti gocciolano nei libri. «Nel prossimo, Kay avrà una relazione fissa. È tempo che abbia una casa, un giardino e un cuore». E magari - chissà? - metterà presto in forno una torta di mele.

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