Nel giorno del ritorno alla vittoria lo stilista conquistato dai tifosi. Cori contro Corbelli e striscioni a favore di "re" Giorgio. Potrebbe tornare Sasha Djordjevic con un ruolo da dirigente. Trascinata da Sesay e Vukcevic la squadra interrompe la striscia di cinque sconfitte, una svolta da confermare mercoledì in Eurolega.
(Massimo Pisa - La Repubblica, edizione di Milano) Spiragli. Quello più importante, sul futuro, in parterre lo spalanca Giorgio Armani, che per la prima strizza l´occhiolino alle invocazioni della curva che lo incorona col coro «c´è solo un presidente». E Re Giorgio risponde: «Occuparsi a tempo pieno dell´Olimpia non è come andare a prendere un caffè. Ma mi lusinga che i tifosi credano nella mia persona e nelle mie capacità professionali. Nello sport non ho molta esperienza ma sono contornato da persone che la sanno lunga e sul piano psicologico avere l´Olimpia sarebbe una gratificazione. Ho delegato delle persone a valutare la situazione. Uno spiraglio c´è sicuramente, anche perché non voglio perdere la squadra».
Ce n´è a sufficienza per sogni a lunga scadenza e un progetto pluriennale, autonomo dai supporti sempre più freddi di Milan e Inter, magari con Sasha Djordjevic (da sempre vicino allo stilista) nella stanza dei bottoni. Prima, però, ci sarà l´analisi dei libri e un´eventuale trattativa con Giorgio Corbelli, di professione venditore, abituato a tavoli con piatto ricco e mazzo di carte in mano. L´uscita pubblica, rarissima, di Armani ai microfoni di Sky getta comunque la palla nel campo del presidente uscente. Partita lunga, altri giocatori all´orizzonte non ce n´è.
Lo spiraglio sul presente, in campo, lo aprono Sesay e Vukcevic: 51 punti e 10 triple in due nel tiro a segno generale (13/28 da tre) per scacciare i fantasmi e lasciare alla Benetton la palma di più brutta del reame dopo aver tremato a meno 15 e Napoli il cerino acceso dell´ultimo posto in classifica. Così si chiude a cinque sconfitte più una - in Eurolega - la serie infernale dell´ottobre nero Olimpia. Molle e tragica per i primi 23´ in cui concede 59 punti a un´altra delle malate illustri del campionato, Milano ci mette almeno 4´30" di fuoco, in cui finalmente morde e fugge e dimentica un primo tempo esangue dove oltre a Vukcevic (16 dei suoi 24 punti totali) non fa canestro nessun altro. Armata la mano di Sesay e innescati gli uno contro uno di Bulleri e Gaines che affondano nel burro Benetton, l´Armani rovescia il suo destino con un parzialone di 21-3 dopo essere affondata tre volte a meno 15 con le triple di Austin e Chalmers contro la zona 2-3. «Ci abbiamo messo temperamento, cuore e coraggio - esulta coach Caja - e l´aggressività che avevo chiesto sulla palla, e pazienza per i pasticci in attacco o nelle rotazioni difensive. Spesso la palla è rimasta troppo ferma, ma ne abbiamo perse solo 12, con un grande sforzo». L´altra faccia della medaglia è una Treviso «puerile nel secondo tempo - come ammette di là Ramagli - perché sapevamo che Milano l´avrebbe messa sull´intensità e ci siamo messi a piangerci addosso». Ogni riferimento a Johnson e Chalmers è voluto.
Chiaro, il malato è ancora convalescente, come dimostra il tremolante finale. Acchiappata la Benetton sul 65-62, messo in ghiaccio il match a 1´47" dalla fine con la tripla di Bulleri (86-76), l´Armani si è rimessa a balbettare pallacanestro e tiri liberi, permettendo a Soragna e Austin di metterle ancora paura prima che Chalmers sparasse alla luna le ultime cartucce. La cura Caja, finora, è fatta di ricerca del gioco in transizione e taglio di teste: quelle di Aradori, ritenuto troppo acerbo, e dello svolazzante Touré, che ha già cominciato a fare le valigie. «Avevo bisogno di quelli più pronti per agonismo e intensità - spiega l´Artiglio - strada facendo conto di recuperare Gallinari e gli altri, visto il doppio impegno». Domattina si vola a Istanbul, mercoledì sfida all´Efes Pilsen. Conferme cercansi.
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