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venerdì 30 novembre 2007

Teatro: "Noccioline - Peanuts" in scena all'Eliseo di Roma.

Testo scritto su commissione del Royal National Theatre of London nell'ambito del progetto "International Connections 2001", è stata la migliore pièce straniera per la stagione 2002/03 per la rivista Theater Heute.

(Maria Antonietta Menduni - Agenzia Radicale) Lo spettacolo in questione nasce dalla penna di Fausto Paravidino (a sinistra nella foto), per molti l'enfant prodige del teatro italiano contemporaneo, il titolo è Noccioline - Peanuts, scritto quasi di getto all'indomani dei fatti del G8 di Genova, ora messo in scena da uno tra gli attori-registi più apprezzati degli ultimi anni, Valerio Binasco (a destra nella foto), con una compagnia di giovani attori. L'appuntamento è al Teatro Eliseo dal 27 novembre al 16 dicembre.

Noccioline inquadra in ventitre sequenze brevi come fumetti una società: una schiera di adolescenti formato "Peanuts" - il mondo di Schultz cui i nomignoli dei personaggi e l'atmosfera linguistica rimandano - che all'improvviso passa dai giochi infantili al confronto con il presente, nel segno del medesimo "senso del vuoto". L'effetto è tragico.
Scritto con mano felice e leggera Noccioline inizia in un salotto molto Peanuts ma blindato come il G8. Nella prima parte li troviamo seduti su un divano davanti a un enorme televisore, a consumare coca cola e cartoni animati, tra chiacchiere e dispetti. Sopratitoli altisonanti, che con caustica ironia richiamano a slogan socio-politici, preannunciano la svolta della seconda parte, in cui l'azione è trasferita nell'atmosfera repressiva di una caserma tipo Bolzaneto (il testo è stato scritto dopo i giorni del G8 di Genova).

Presentandoci Buddy, eterno Charlie Brown della situazione, alle prese con un gruppo di amici-poco-amici- e-molto-conoscenti che invadono la casa che ha in custodia consumando Puffi Coca Cola e TV e portando piano piano alla sua distruzione. Buddy, cane da guardia del lussuoso appartamento, fa invano appello al loro senso di responsabilità. Così quando il figlio dei padroni trova la casa sfasciata e gli chiede di buttare fuori tutti e Buddy lo fa, a noi spettatori questo rinnegare gli amici sembra un gesto obbligato.

Ma il secondo atto si apre dieci anni dopo in una evidente Bolzaneto, e la parola responsabilità, che quasi ci era diventata cara, in bocca ai carnefici dà il La ai pestaggi, alle umiliazioni e alle botte. I ragazzini del salotto sono divisi, parte vittime, parte carnefici, adulti violenti, incapaci di ricordare. Tra di essi l'Uomo Qualunque, il Buddy-Charlie, che si ritrova costretto a puntare una pistola alla tempia di Minus, il suo più caro amico.

Un pensiero a Carlo Giuliani e all'anarchico Pinelli (adombrati nelle figure dell'amico sotto tiro e della vittima del pestaggio) sospendono il gesto e scuotono la coscienza di Buddy che per un attimo torna indietro nel tempo e traccia - in sogno? nella vita vera? - un suo diverso comportamento nel passato come condizione indispensabile per immaginare un presente diverso.
Il cast vede protagonisti: Elena Arvigo, Alessia Bellotto, Luigi Di Pietro, Denis Fasolo, Iris Fusetti, Aram Kian, Mauro Parrinello, Fulvio Pepe, Alba Caterina Rohrwacher, Roberta Rovelli, Michele Sinfisi.

"Mettere insieme un gruppo di attori giovani, farli lavorare su un testo contemporaneo scritto da un giovane, il quale affronta tematiche moderne e adopera uno stile 'narrativo' originale, affidare il tutto a un regista non ancora completamente 'istituzionalizzato' ci espone al rischio di 'operazione culturale" Così il regista Valerio Rinasco ha definito questa esperienza di lavoro, ed ha aggiunto: "Ci può confinare nel limbo dei buoni tentativi, come sempre accade con le 'compagnie dei giovani', o con le sperimentazioni inserite - a forza - in abbonamento, mal tollerate e mal capite.

Occorre a mio parere non puntare solo sul pubblico giovane, giovanile o giovanilista, o rivolgerci a spettatori di nicchia, interessati alla drammaturgia contemporanea e più o meno preparati; ma dobbiamo passare 'l'esame' di un pubblico adulto e normale.
Dobbiamo fare il nostro mestiere di teatranti che consiste semplicemente nel creare spettacoli, prima che 'operazioni culturali'. Per fare ciò dovremo portare in scena attori bravissimi. E questo potrebbe già essere un piccolo evento. Una buona partenza. Considero produttivamente e complessivamente Noccioline una scommessa coraggiosa. Credo che una scommessa di questo genere sull'autore Paravidino e sul teatro DAVVERO contemporaneo, cioè l'antica arte della commedia secondo l'arte di percepire il presente in cui viviamo, sia doversa e sono certo potrebbe dare risultati sorprendenti, anche nella lunga durata e nell'apertura a un circuito europeo, di solito più sensibile alle proposte dei giovani drammaturghi che non il nostro sfiduciato, non più simpatico, ma per questo anche più caro, Paese.

La sensazione, durante la conferenza stampa, è che ci sia una connotazione politica, ma come dice l'autore Fausto Paravidino: "E' uno spettacolo politico nel senso che si rivolge alla polis, ma non è partitico o schierato. Nel testo ci sono torturati e torturatori; io stò sempre ideologicamente dalla parte dei torturati. Comunque nel testo io no do delle risposte, ma mi pongo delle domande".
Il regista Valerio rinasco si sofferma sulla regia: "all'inizio di ogni quadro ci sono dei titoli proiettati in video, che lo spettatore associa istintivamente a quello che succede in scena. E' un legame puramente poetico e non didattico".
Lo spettacolo, risulta essere piacevole e stuzzicante, anche se insolito e inaspettato per il teatro in cui è collocato. Sta di fatto che per l'Eliseo è stata una scommessa, ...una scommessa vinta.

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